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La Sofistica si sviluppa durante l’età periclea caratterizzata da un profondo cambiamento sia politico che culturale; ad Atene inizia un lento ma inarrestabile distacco dalle antiche tradizioni e né è testrazione di potenza ma al contempo di rottura visto che quello era un suolo sacro (questa impresa sollevo contro Pericle le più aspre critiche da parte dei conservatori ateniesi. Nella storia il termine sofista è acronimo di persona capziosa o che vuole imbrogliare con le parole, ma questa accezione scaturisce delle critiche mosse a questi autori da Platone ed Aristotele che li hanno appunto identificati come "maestri di ragionamento capziosi" in realtà questo è un movimento assai più complesso e rilevante.

La Sofistica può essere considerato il primo grande movimento illuminista della storia (Illuminismo grego) ovvero il primo tentativo di mettere in dubbio i valori tradizionali comunemente accettati dalla società.

Questo tentativo porta con se due conseguenza da un lato pone le basi per il progresso, perchè solo se si mette in dubbio le convinzioni basate sull'autorità e la tradizione si può progredire, dall'altro pone le base per le prime forme di nichilismo, perchè se la critica ai valori non è costruttiva (generatrice di nuovi valori) si giunge alla negazione di ogni valore dove vige esclusivamente il dominio del più forte e questa fu propri la critica sollevata da Platone.

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La sophia dei sofiti ha contenuti nuovi spesso in rottura con la tradizione e rispecchia il periodo di cambiamento delle polis greche. Al centro della riflessione di questi intellettuali vi è l'indagine sulla condizione dell'uomo e non più la riceca naturalistica sull'origine del Kosmos. Per questo motivo si è parlato di rivoluzione umanistica del V secolo a.c. e per questo il periodo è stato definito antropologico.

Non è facile individuare una scuola all'interno della sofistica, sophistés letteralmente significa sapiente ovvero colui che possiede una particolare competenza o un determinato sapere: il nome è genericamente attribuito a tutti coloro i quali svolgevano una professione di sapienti e educatori. È più semplice individuare una distinzione tra la prima generazione di sofisti, che sono anche quelli più noti come Gorgia, Protagora, Ippia, Prodico e la seconda generazione meno nota, di cui fanno parte Callicle, Antifonte, Trasimaco, Crizia.

Malgrado il gruppo di pensatori annoverati sotto la voce della sofistica sia estremamente variegato (tale da poter al suo interno annoverare se pur con molti distinguo lo stesso Socrate), possiamo delineare alcune caratteristiche generali. I sofisti oltre ad aver abbandonato l’idea della ricerca del principio delle cose ritengono che la ragione umana non possa giungere ad una verità assoluta e incontrovertibile. La dimostrazione di tale impossibilità risulta dai fallimenti e dalle contradizioni insite nelle cosmologie dei presocratici.

Essi si ricollegano alla tradizione dei poeti come Omero e Esiodo e al valore educativo del sapere. La categoria centrale della sofistica non è più l'archè ma la téchne, la tecnica https://www.appuntidistoria.net/wp-content/uploads/2019/07/archimedes.jpg. Si vuole sviluppare nuove tecniche per governare la natura e soprattutto per governare la realtà sociale attraverso la retorica influenzare i processi politici che portano alle decisioni da prendere nel governo della poleis. La sapienza deve servire innanzi tutto all’uomo, essa può essere insegnata a tutti e non è verità ma paideia ovvero educazione delle tecniche e degli strumenti che servono all’uomo a vivere nella città. Per questo i Sofisti sono considerati i padri della democrazia, essi non insegnano dogmi e verità, ma le tecniche per persuadere e fare valere le proprie ragioni tra una moltitudine d’idee diverse e tutte parimenti verosimili. In questo i sofisti sono stati in senso positivo promotori di cultura critica volta a combattere consuetudini e pregiudizi, in senso negativo hanno abbracciato il relativismo rinunciando a ricercare ciò che è veramente giusto e vero in senso assoluto.  

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I sofisti furono innanzitutto maestri di cultura, molti di essi si facevano pagare e anche questo risultò scandaloso per i conservatori (basti pensare che secondo Giamblico Pitagora non solo non si fece pagare dal suo primo allievo, ma addirittura fu lui a pagarlo perché potesse seguirlo e con lui dedicarsi alla ricerca). Al centro delle loro analisi c’è l’uomo, che è l’unica cosa che può essere conosciuta, e non il cosmo. In particolare essi erano maestri di retorica psicagogica, ovvero l’arte del trascinare le anime. Essa avveniva grazie alla scelta del momento giusto in cui intervenire, kairòs, e la politropia cioè l’adeguare gli argomenti in base agli uditori. Inoltre i Sofisti erano specializzati nell’eristica ovvero la contesa verbale, essi insegnavano come superare i propri avversari facendo uso di stratagemmi e doppi sensi.

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L'uso del linguaggio è legato all’idea di soggettivismo e relativismo presente nella sofistica, il linguaggio infatti non è qualcosa di universale, ma è strettamente legato all’esperienza individuale del soggetto. Da ciò segue quella che verrà definita disarticolazione del Logos ovvero distinguere realtà (verità), pensiero e linguaggio scavalcando quindi ogni possibilità di dimostrare o definire un concetto in modo universale, dando come unico valore reale la capacità persuasiva legata all’utilizzo della parola.

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Molti di loro furono anche uomini di potere, perché legati direttamente o indirettamente alla politica ateniese, si pensi a Crizia in particolare. In virtù del loro relativismo, anche in campo etico e religioso, furono mosse verso di loro soventi accuse di empietà.