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LA PSICOANALISI – SIGMUND FREUD

1. Vita e opere

Sigmund Freud nacque nel 1856 a Freiberg, in Moravia (allora parte dell'impero austroungarico), da una famiglia di origine ebraica. Studiò medicina a Vienna, specializzandosi in neurofisiologia e in neuropsicologia; negli anni Ottanta intraprese la professione di medico, dedicandosi in particolare alla cura delle malattie nervose. Nel 1885 trascorse alcuni mesi decisivi a Parigi, dove studiò con il neurologo Jean-Martin Charcot https://nospensees.fr/wp-content/uploads/2019/02/charcot-photo.png?width=1200&enable=upscale.

L'interesse di Freud per le nevrosi fu stimolato dalla collaborazione con il medico e fisiologo viennese Joseph Breuer https://carnets2psycho.net/images/breuer.jpg, una collaborazione che ebbe grande importanza nella genesi della psicoanalisi. Alla fine degli anni Ottanta Freud interruppe la collaborazione con Breuer e imboccò una strada tutta sua, che lo condusse alla genesi della psicoanalisi: la data "ufficiale" di nascita può essere fissata al 1900, anno in cui venne pubblicata la sua opera più importante, L'interpretazione dei sogni https://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/08/don__t_trash_your_dreams_by_aquasixio-d5clzyo-759x506.jpg. Da questo momento tutta la vita di Freud è dedicata alla psicoanalisi, alla sua diffusione, fra resistenze, accademiche e no, adesioni entusiastiche, tensioni, rotture con alcuni allievi. Nel 1902 Freud divenne libero docente all'Università di Vienna. Nel 1908 tenne un ciclo di conferenze sulla psicoanalisi negli Stati Uniti. Nel 1910 fondò la Società psicoanalitica internazionale https://www.spiweb.it/wp-content/themes/spiweb/assets/images/area-dibattiti.jpg. Freud trascorse a Vienna quasi tutta la sua vita, scandita da una routine molto ordinata, concentrata sulla pratica medica e sulla scrittura di numerose opere, spostandosi solo per convegni e per brevi periodi di vacanza, soprattutto in Italia. Essendogli stato diagnosticato un cancro alla mascella nel 1923, subì non meno di trenta operazioni, rifiutando sempre i farmaci antidolorifici: preferiva sopportare il dolore, pur di non perdere la lucidità mentale e di non interrompere il lavoro. Non smise mai di fumare sigari https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcTTytTgcp0AJ7ojT0iP6itzm9EHvmACHEfRUUp1ZagpYmQiJz7M (da quindici a venti al giorno): diceva che lo aiutavano a concentrarsi. Nel 1938, quando l'Austria fu annessa al Reich tedesco, dove la psicoanalisi era stata bandita e i suoi libri bruciati, fu sottoposto a restrizioni. Per intercessione di amici francesi, inglesi e americani, ottenne il permesso di emigrare con la famiglia, prima a Parigi, poi a Londra, dove morì nel 1939. Le sue quattro sorelle, che non poterono partire, negli anni successivi furono deportate nei campi di sterminio e vi trovarono la morte. https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/09/Golders_Green_crematorium_(pictures)_004.jpg Tra le opere più importanti: Studi sull'isteria (1895) con Breuer; L'interpretazione dei sogni (1900); Psicopatologia della vita quotidiana (1901); Tre saggi sulla teoria della sessualità (1905); Totem e tabù (1913); Al di là del principio di piacere (1920); L'Io e l'Es (1923); L'avvenire di un'illusione (1927); Il disagio della civiltà (1929).

  1. L'isteria e l'ipnosi

Freud si interessò in particolare alla cura delle nevrosi, termine con il quale allora si indicavano genericamente le malattie nervose. Il suo interesse per queste fu stimolato dalla collaborazione con il medico viennese Joseph Breuer. Come il famoso neurologo francese J.M. Charcot (che Freud aveva conosciuto nel 1885 a Parigi), Breuer si serviva dell'ipnosi https://www.stateofmind.it/wp-content/uploads/2013/01/Ipnosi.-La-Tecnica_300.-©-dedMazay-Fotolia.com_.jpg per curare l'isteria, una nevrosi nota già a Ippocrate (460-370 ca. a. C.) e così denominata perché nell'antichità era attribuita a malformazioni o disfunzioni dell'utero (in greco hystèro). Era quindi ritenuta una malattia tipicamente femminile e presentava sintomi molto vari e bizzarri https://180gradi.org/wp-content/uploads/2015/07/Isteria.jpg: amnesie (perdite della memoria), afasie (perdite della parola), insensibilità e paralisi di parti del corpo, fobie (terrore di fronte a persone, oggetti, animali o fantasie), pensieri ossessivi, angosce, rifiuto di bere liquidi o di cibarsi ecc.

Nel corso dell’Ottocento, in particolare, l’isteria tra le donne delle classi benestanti raggiunse dimensioni epidemiche, per questo motivo non c’è da meravigliarsi se la problematica in questione riscosse tanto successo fra i medici di allora. Come dimostrò poi Freud, l’isteria è una malattia che ha inscindibili legami con la sessualità. https://images.agi.it/pictures/agi/agi/2017/11/20/160000346-3ab8ec58-8790-4b2c-bcff-f3009a946863.jpg In particolare, come si può facilmente intendere studiando i casi di isteria affrontati e risolti da Freud, questa nevrosi era dovuta soprattutto ai tabù e ai divieti che la società del tempo imponeva alla vita sessuale delle donne.

Il modello della famiglia borghese dell’Ottocento https://casavallona.files.wordpress.com/2014/06/1900-3.jpg imponeva, infatti, che ad avere una posizione dominante e libertà d’azione all’interno del nucleo familiare fosse soltanto l’uomo, mentre la donna era relegata e tenuta a svolgere esclusivamente il compito di moglie e madre.  L’idea secondo cui la donna dovesse necessariamente essere madre per realizzarsi venne anche, per così dire, confermata scientificamente in quanto, secondo i medici e gli scienziati del tempo, il ciclo mestruale sarebbe servito da monito alla donna ricordandole, mese dopo mese, quale fosse la sua unica vera funzione: quella di procreare. https://www.periodofertile.it/wp-content/cache/thumbnails/2019/12/33981008_s-1280x720-c.jpg Inoltre è innegabile che la società borghese dell’800 fosse altamente repressiva nei confronti di tutto ciò che riguardava la sessualità, basti pensare al fatto che le gambe dei tavoli, considerate un invito all’immoralità o comunque qualcosa di peccaminoso, venivano spesso coperte con dei centrini ricamati. In questo periodo, molti cominciarono a credere che gli svenimenti, il pallore e gli altri sintomi dell’isteria non fossero altro che la manifestazione dell’ipersensibilità femminile e non un vero malessere.

 Charcot aveva dimostrato che con l'ipnosi i sintomi dell’isteria potevano essere eliminati, ma anche provocati: ad esempio, nella trance ipnotica, cioè in stato di incoscienza, il paziente, suggestionato dal medico, poteva riacquistare l'uso della parola o di un arto paralizzato, o diventare insensibile al dolore. https://static.lpnt.fr/images/2017/05/12/8595456lpw-8595499-article-jpg_4285909_660x281.jpg Al risveglio, non ricordava quello che aveva fatto o detto. Se ne poteva concludere che idee o processi mentali inconsci avevano effetti potenti sul comportamento. La maggior parte dei neurologi e degli psichiatri, però, riteneva che i sintomi isterici fossero l'effetto di cause organiche, cioè di lesioni dei tessuti nervosi (in ciò seguivano il determinismo positivista, che faceva dipendere tutta la vita psichica dalla dimensione corporea). Breuer e Freud invece furono tra i primi a pensare che le cause dell’isteria fossero psichiche, da ricercarsi cioè nelle esperienze e nel passato dei pazienti. https://www.stateofmind.it/wp-content/uploads/2020/05/Lutto-trauma-individuale-e-trauma-sociale-gli-effetti-della-pandemia-MAIN-680x382.jpg L'ipnosi, come la praticava Breuer, consisteva infatti nell'indurre il paziente a ricordare e a raccontare esperienze importanti, ma dimenticate. «Ogni sintomo isterico - scrivono Breuer e Freud negli Studi sull'isteria (1895) - scompariva immediatamente e per sempre quando riuscivamo a portare chiaramente alla luce il ricordo dell'evento da cui era stato provocato». Breuer ne aveva concluso che i sintomi sono espressione di ricordi dimenticati perché dolorosi. La causa della patologia attuale stava in emozioni del passato.

Un esempio celebre della risoluzione dei sintomi dell’isteria, nonché il caso clinico a cui generalmente si fa risalire l’origine della psicanalisi, è quello di Anna O. https://lamenteemeravigliosa.it/wp-content/uploads/2017/12/anna-o--e1512829161453.jpg  (il cui vero nome era Bertha Peppenheim), una ventenne intelligente e colta che però soffriva di gravi disturbi isterici, quali ad esempio la paralisi motoria, la tosse nervosa, anoressia e perfino idrofobia. Anna O. era in cura da J. Breuer e, ogni sera, quest’ultimo usava recarsi dalla paziente per poi, dopo averla ipnotizzata, lasciarla parlare. Durante quelle sedute di ipnosi Anna usava ricordare episodi di un periodo molto doloroso della sua vita, periodo in cui aveva dovuto assistere il padre gravemente malato. Fu proprio grazie a questa paziente che Breuer notò, per la prima volta, che, quando la paziente riusciva a collegare un sintomo di isteria all’evento traumatico che lo aveva generato, questo spariva e così fu in grado di guarirla. 

PER COMPRENDERE MEGLIO:

Eventi dolorosi e traumatici (un lutto, una delusione amorosa, un forte desiderio frustrato https://galleria.riza.it/files/2018-06/delusione-amore.jpg) comportano conseguenze emotive intense. Se la carica affettiva legata all'evento viene adeguatamente scaricata (p.e. con un pianto liberatorio, o con la soddisfazione del desiderio o con comportamenti compensativi https://www.ilgazzettino.it/photos/HIGH/87/56/2338756_pckg_270149040279526004-20170325.jpg), l'equilibrio psichico non viene turbato. A volte ciò non avviene, perché non è praticamente realizzabile o perché è vietato dalle norme morali o dalle convenzioni sociali: il soggetto si "tiene tutto dentro". La componente affettiva, però, rimane come un peso nella psiche. Per evitare di soffrire, l'io cerca di cancellare il ricordo dell'evento traumatico, lo “rimuove”, cioè lo colloca in un luogo inaccessibile della psiche, da cui gli impedisce di riemergere. Gli affetti (In psicologia, con AFFETTI, si intendono tutti gli aspetti della vita psichica di un individuo che istintivamente reagiscono alle sollecitazioni del mondo esterno in relazione ai due poli del piacere e del dolore) che non vengono scaricati possono diventare patogeni, cioè cause di malattia. Infatti, l'accumulo dell'energia affettiva produce una tensione insostenibile. Non trovando sbocco, l'energia cerca uno scarico di ripiego, dirigendosi verso i nervi e facendo insorgere il sintomo di una “nevrosi di conversione”, così detta perché un fenomeno psichico si è convertito, trasformato, in un fenomeno fisico (ad esempio il braccio paralizzato https://drpinal.com/web/wp-content/uploads/2017/11/lesiones-nerviosas.jpg). La conversione è una difesa dell'io, che sceglie, per così dire, di avere un braccio paralizzato piuttosto che far emergere alla coscienza un contenuto mentale doloroso. Freud chiama questo meccanismo inconscio di difesa “rimozione”. https://www.studiobumbaca.it/wp-content/uploads/2018/06/I-meccanismi-di-difesa-la-rimozione.jpg Nella cura, il paziente è indotto dal medico, per mezzo dell'ipnosi, a scaricare l'affetto legato al ricordo doloroso. Questo è possibile se il ricordo è riportato alla coscienza e descritto con parole, e l'emozione dell'evento è rivissuta. Il ricordo cessa allora di essere patogeno, cioè causa di malattia; il paziente si sente sollevato. È l'effetto che Breuer chiama “catartico” (che purifica, che libera).

  1. Il metodo delle associazioni libere (o libere associazioni)

Ben presto, però, Freud (che non fu mai un ipnotizzatore abile come Charcot e Breuer) abbandona l'ipnosi https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcRq9uxHJZF0gEnc-AhpPfXr4XlvuLN0z8XRk8dtTeivsxNLSYGv e si serve di un nuovo metodo, il metodo delle associazioni libere: il paziente è in stato di rilassamento, sdraiato sul famoso divano, ed è invitato a dire tutto, proprio tutto quello che gli viene in mente, senza cercare di dargli una forma coerente. https://sociologicamente.it/wp-content/uploads/2018/04/freud.jpg Soprattutto non deve tacere, se gli vengono in mente, nemmeno parole o pensieri che gli sembrano futili, ridicoli, non pertinenti, imbarazzanti o inconfessabili (nessun vaglio razionale o morale di ciò che in modo spontaneo si affaccia alla mente del paziente)https://lamenteemeravigliosa.it/wp-content/uploads/2015/10/Freud.jpg. Un altro aspetto decisivo del metodo analitico e terapeutico adottato da Freud è il transfert. Il transfert si ha, scrive Freud, quando «il paziente riversa sulla persona dell'analista una notevole quantità di affetto e di tenerezza, spesso misto a ostilità, che non è basata su nessun rapporto reale con il medico, ma che risale alle antiche fantasie di desiderio del paziente, divenute inconsce». In questo caso il paziente, invece di ricordare situazioni e relazioni della sua vita affettiva, le rivive e le attualizza nel rapporto con il medico. Il medico può allora utilizzare questa sorta di inconsapevole rappresentazione scenica per condurre il paziente alla ricostruzione consapevole della propria storia. https://luigimericosite.files.wordpress.com/2016/12/analisi-transfert-psicoterapia-1024x575.jpeg?w=880&h=312&crop=1

  1. L'interpretazione dei sogni e dei lapsus

Il meccanismo di resistenza e di rimozione esercitato dal soggetto che intende tenere a bada le pulsioni e le esperienze che lo hanno in vario modo turbato si chiarisce in particolare attraverso il sogno e la sua interpretazione. Infatti, proprio nell'opera L'interpretazione dei sogni, Freud espone per la prima volta la sua dottrina psicanalitica. Affermando che La mente è come un iceberg, galleggia con un settimo della sua massa al di sopra dell’acqua

https://static.ohga.it/wp-content/uploads/sites/24/2018/10/inconscio-come-un-iceberg.jpg

La coscienza nello stato di veglia è sempre attiva nell'impedire che possano emergere desideri e pulsioni rimossi nell'inconscio; essa opera una “censura” sull'inconscio. Ma nel sonno questa censura si allenta, tanto che le pulsioni e i desideri, normalmente sepolti nel fondo dell'inconscio, possono venire alla luce, seppure attraverso una specie di travestimento che serve a renderli accettabili alla coscienza https://media02.hongkiat.com/surreal-photos/surreal-world.jpg (infatti la censura è più debole nel sonno, ma non è completamente disattivata, e pertanto viene elusa in questo modo). Il sogno dunque è definito da Freud: appagamento allucinatorio (cioè immaginario) di un desiderio represso o rimosso. Ma questo desiderio non è immediatamente riconoscibile, perché, come abbiamo detto, esso è mascherato, deformato. Bisogna allora distinguere il “contenuto manifesto” del sogno https://media02.hongkiat.com/surreal-photos/surreal-world.jpg (ciò che ricordiamo del sogno e siamo in grado di verbalizzare, che di solito appare incoerente, illogico, privo di senso) e il “contenuto latente”, cioè il vero significato del sogno, nascosto sotto i camuffamenti.https://www.australiaunwrapped.com/wp-content/uploads/2015/09/surreal-749685_640.jpg

Scoprire il vero significato di un sogno tuttavia non è facile: occorre interpretare il sogno scavando nel contenuto manifesto per cogliere il contenuto latente, attraverso il metodo delle associazioni libere: chiunque racconti un sogno mette infatti inevitabilmente in connessione le immagini oniriche con ricordi del passato, pensieri e altre immagini, legati a desideri dell'infanzia. Per Freud interpretare i sogni è come interpretare un'opera d'arte che ci appare a prima vista priva di senso.

Tuttavia Freud riesce a comprendere i modi in cui il lavoro onirico attua la trasformazione del contenuto latente nel contenuto manifesto (cosa che poi gli consentirà di interpretare con maggior sicurezza il significato dei sogni), ovvero: la condensazione https://www.storypick.com/wp-content/uploads/2016/08/all_my_studies_by_aquasixio-d76knmd.jpg cioè una sorta di semplificazione e diminuzione di complessità del contenuto latente e quindi del significato vero e proprio del sogno; lo spostamento https://www.dellosso.it/site/wp-content/uploads/2016/04/Domenico-DellOsso-popsurrealism-surrealismo-artista-opera-realizzata-per-la-copertina-del-disco-museica-di-caparezza-3.jpg del contenuto del sogno verso aspetti di minor importanza rispetto a quelli del contenuto latente, per questo motivo spesso e volentieri il significato dei sogni risiede in particolari che potrebbero sembrare poco rilevanti; la simbolizzazione https://www.inconscio.es/wp-content/uploads/2016/05/sogni-14-810x540.jpg di elementi del contenuto latente attraverso figure allegoriche del contenuto manifesto. Infine abbiamo la censura che nasconde i desideri inconsci, soprattutto di carattere sessuale, che vengono repressi e inibitihttps://lamenteemeravigliosa.it/wp-content/uploads/2016/05/bambina-bianco-e-nero.jpg.

Il presupposto fondamentale della teoria freudiana è il determinismo psichico: nella psiche nulla è casuale, tutto anzi ha un significato e tutto è legato causalmente a tutto il resto. https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcTHYU_TJu6XiOdfS47ewmTwKO3cCIf5Nf4N77-K2TZVe1NdgXda

In Psicopatologia della vita quotidiana, Freud illustra come le pulsioni represse emergano non soltanto attraverso il sogno, ma anche nella normale vita di veglia. Lapsus, dimenticanze, amnesie intermittenti, disattenzioni, sono il risultato di queste emersioni improvvise dell'inconscio. «Sono onorato di parlare alla presenza di un pubblico di così alto fango» https://www.studiobumbaca.it/wp-content/uploads/2012/11/Lapsus-Freudiano.jpg, dice il conferenziere che avrebbe voluto dire rango; oppure «Ho molto ammirato la spogliatezza dell'attrice», invece di spigliatezza. Questi fenomeni hanno la loro spiegazione nell'inconscio e nel rapporto che esso ha con la coscienza vigile: dimenticare un nome che normalmente si ricorda benissimo, dire una cosa per un'altra, dipendono da una precisa interferenza dell'inconscio sulla vita vigile, come se ciò che davvero pensiamo si sostituisse all'improvviso a ciò che vorremmo dire.https://wacoskyroad.files.wordpress.com/2011/01/wacoskyrd1454.jpg

Per questo motivo, dunque, non esiste un vero e proprio dizionario dei sogni che ci consenta di dar loro una spiegazione standardizzata. Non esistono sogni uguali uno all’altro e la spiegazione è strettamente connessa alle vicende di vita della persona. Proprio per questo, per far sì che un analista sia in grado di interpretare un sogno, è necessario che il paziente gli abbia fornito precedentemente, durante le varie sedute, gli elementi necessari.

  1. All'origine della nevrosi

A mano a mano che i casi studiati si accumulano, Freud nota che la gran parte dei contenuti rimossi, cioè dei ricordi connessi ai sintomi nevrotici, è di natura sessuale. Non solo: risalgono al passato del paziente, addirittura all'infanzia. https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcSV_tDWIQHseys03ixXKgR7PutgWPWu-tRB2g&usqp=CAU Sono le rimozioni avvenute nell'infanzia le prime cause dell'isteria. La sessualità infantile diventerà il pilastro della psicanalisi. È l'aspetto delle teorie di Freud che più urta la sensibilità dei suoi contemporanei, ed è motivo di scandalo e incomprensioni. È anche quello su cui si sono prodotte le prime scissioni nel movimento psicoanalitico (a partire dalla rottura con Breuer, il quale rifiutava l'idea che la causa prima dell'isteria fosse la rimozione di desideri sessuali infantili). Inoltre Freud ritiene di aver scoperto aspetti e dinamiche della psiche che non caratterizzano soltanto le persone affette da patologie, ma tutti gli esseri umani.

  1. Le fasi dello sviluppo psicosessuale del bambino e il complesso di Edipo

In Freud il termine “sessualità” ha un significato molto ampio: in ogni fase della vita agisce un'energia sessuale, tendente al piacere, chiamata LIBIDO https://lamenteemeravigliosa.it/wp-content/uploads/2017/11/figure-intrecciate-in-un-orologio-e1510329756546.jpg da Freud, che può dirigersi verso mete diverse. Nei Tre saggi sulla teoria della sessualità, Freud sostiene infatti che la sessualità è presente sin dall'inizio nel bambino, e si sviluppa in 5 distinte fasi corrispondenti alle operazioni vitali elementari e agli organi connessi: 

  • FASE ORALE (0-1 anno);
  • FASE ANALE (2-3 anni);
  • FASE FALLICA (3-5 anni); la fase in cui si manifesta il complesso di EDIPO
  • FASE DI LATENZA (6-11 anni circa);
  • FASE GENITALE (adolescenza).

 https://www.verywellmind.com/thmb/BylHWe436md-sv6IdIShGUms8Sg=/1500x1000/filters:fill(ABEAC3,1)/freuds-stages-of-psychosexual-development-2795962-5b61cd3dc9e77c007be4124d.png

Bocca, ano e genitali – attraverso cui il bambino riceve stimoli e si rapporta al mondo esterno – sono zone erogene, che, svolgendo le funzioni vitali, diventano anche sede di piacere e soddisfacimento sessuale Il bambino, dice Freud, è un “perverso polimorfo”: il termine perversione qui non presenta connotazioni valutative negative, ma semplicemente descrittive, in quanto significa un'attività sessuale che «ha rinunciato al fine riproduttivo e persegue il conseguimento del piacere come fine indipendente».

Connessa alla sessualità infantile è anche una delle più note dottrine freudiane: quella relativa al cosiddetto complesso di Edipo, che prende il nome dall’altrettanto famoso mito greco che ha, appunto, per protagonista un uomo di nome Edipo: Laio, re di Tebe e padre di Edipo, essendo a conoscenza del maleficio che lo condannava, in caso avesse avuto un figlio, a morire per mano di quest’ultimo, ordinò a un servitore di abbandonare il proprio bambino, ancora neonato, sui monti dopo avergli perforato con un ferro le caviglie condannandolo a morte certa (di qui il nome del piccolo, Edipo, che in greco significa “piede gonfio”). Tuttavia re Laio non può sottrarsi al suo destino e, infatti, il figlio non muore sui monti ma viene adottato dal re Polibo che, non avendo figli propri e desiderandone ardentemente uno, accoglie e cresce il piccolo Edipo come se fosse suo. Raggiunta la maggiore età, Edipo, turbato dal fatto d’essere stato chiamato “bastardo” da un ex compagno di giochi, lascia il regno di Polibo e va a consultare l’Oracolo di Delfi per ottenere risposte. https://quanticmagazine.com/wp-content/uploads/2016/09/delfi-650x650.jpg L’Oracolo dunque lo informa che il suo destino è quello di uccidere il proprio padre per poi sposare la propria madre. Sconvolto dalla profezia, Edipo si rimette quindi in viaggio arrivando ad un crocevia in cui confluiscono tre strade, una delle quali porta Tebe. Insieme al carro di Edipo arriva, però, un altro carro, quello di Laio e, non essendoci abbastanza spazio perché i carri possano passare contemporaneamente, l’araldo di Laio ordina a Edipo di cedergli il passo e, quando questi esita ad obbedire all’ordine datogli, l’araldo reagisce uccidendo uno dei cavalli trainanti il carro di Edipo che, preso da una furia cieca, si vendica uccidendo sia l’araldo che Laio. http://www.culturaitalia.it/opencms/ThumbServlet?url=http%3A%2F%2F194.242.241.163%2Ffedora%2Fobjects%2Fwork%3A80090%2Fdatastreams%2FMM232051%2Fcontent&w=500&h=380 Si compie così la prima parte della profezia. Edipo continua dunque il suo viaggio fino a Tebe dove, inaspettatamente, riesce a sconfiggere la sfinge a guardia della città rispondendo correttamente ad un indovinello. http://cdn.ovovideo.com/k-images/NT/pe000960_key_image.jpg A questo punto, grati per averli liberati dalla sfinge, gli abitanti di Tebe proclamano Edipo loro nuovo Re dandogli in moglie la vedova di Laio e, così, anche la seconda parte della profezia si compie. Dal matrimonio tra Edipo e la madre, Giocasta, nascono quattro figli e, per qualche anno, la loro vita scorre tranquilla a Tebe. Ad un certo punto, però, una terribile pestilenza si abbatte su Tebe ed è per tutti chiaro che si tratti di una punizione divina che cesserà solo quando chi ha fatto adirare gli dei avrà lasciato la città. Così Edipo consulta nuovamente un indovino che, conoscendo la verità, informa Edipo del suo crimine. Edipo viene dunque a sapere d’essere al tempo stesso figlio e marito della propria moglie, padre e fratello dei propri figli. Di fronte a tale rivelazione, Giocasta si suicida e, per punirsi, Edipo si acceca con lo spillone della veste di lei. https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcSudYxcYzwe46TEuLrIBJ8oEkncTIfqghzzTVY__XFE87gjIIXC  La triste storia di Edipo, però, non finisce qui: in tarda età sarà scacciato dalla propria città dai due figli maschi, entrambi aspiranti al trono, e vivrà in miseria, come un mendicante, gli ultimi giorni della sua vita accudito soltanto da una figlia.

In generale, il complesso edipico consiste in un attaccamento "libidico" verso il genitore di sesso opposto e in un atteggiamento ambivalente (con componenti positive di affettuosità e componenti negative di ostilità e di gelosia) verso il genitore dello stesso sesso. https://galleria.riza.it/files/2018-05/edipo.jpg Tale complesso si sviluppa fra i tre e i cinque anni, ossia durante la fase fallica, e, a seconda della sua risoluzione o meno, determina la futura strutturazione della personalità.

Ecco come ne parla caratteristicamente Freud in Introduzione alla psicoanalisi: si vede facilmente che il maschietto vuole avere la madre soltanto per sé, avverte come incomoda la presenza del padre, si adira se questi si permette segni di tenerezza verso la madre e manifesta la sua contentezza quando il padre parte per un viaggio o è assente. Spesso dà diretta espressione verbale ai suoi sentimenti, promette alla madre che la sposerà. Si penserà che ciò è poca cosa in confronto alle imprese di Edipo, ma di fatto è abbastanza, in germe è la stessa cosa [...]. Quando il piccolo mostra la più scoperta curiosità sessuale per la madre, quando pretende di dormirle accanto la notte, insiste per essere presente alla sua toeletta o intraprende addirittura tentativi di seduzione - come spesso la madre può constatare e riferire ridendo - la natura erotica del legame con la madre è garantita contro ogni dubbio [...]. Quanto alla femmina, esso [il complesso edipico] si configura in modo del tutto analogo, con le necessarie varianti. L'attaccamento affettuoso al padre, la necessità di eliminare la madre come superflua e di occuparne il posto, e una civetteria che mette già in opera i mezzi della futura femminilità, contribuiscono a dare della bambinetta un quadro incantevole, che ci fa dimenticare il lato serio e le possibili gravi conseguenze che giacciono dietro questa situazione infantile. Non trascuriamo di aggiungere che spesso gli stessi genitori esercitano un'influenza decisiva sul risveglio dell'atteggiamento edipico del bambino, abbandonandosi anch'essi all'attrazione sessuale e, nel caso che vi sia più di un figlio, anteponendo nel modo più evidente nel proprio affetto il padre la figlioletta e la madre il figlio....

Il complesso edipico quindi fa sì che il bimbo rivolga al genitore di sesso opposto un amore affettuoso e possessivo, e consideri l'altro genitore un rivale e un ostacolo, che vorrebbe eliminare, “uccidere”. https://www.ilsuperuovo.it/wp-content/uploads/2019/11/complesso_di_edipo.jpg Ma il bambino si rende presto conto che il genitore rivale non può essere eliminato, e che esso è vincente nel conflitto per il possesso della madre (o del padre); inizia allora ad ammirarlo e a imitarlo, a sviluppare nei suoi confronti un amore emulativo. Freud ritiene il complesso di Edipo importantissimo per la costituzione della personalità adulta: l'identità virile e quella femminile si formano e si consolidano attraverso questo processo di imitazione, anche il super-io inizia a costituirsi attraverso questo processo di identificazione con il genitore. D'altra parte gran parte dei sentimenti e dei desideri vissuti durante il complesso d'Edipo sono accompagnati da vergogna e senso di colpa (non si può desiderare di uccidere il padre!) e vengono rimossi (Complesso di castrazione nel maschio e Complesso di inferiorità nella femmina per la vergogna di non avere il pene); perciò Freud ritiene che gran parte dell'inconscio rimosso sia costituito da esperienze legate alla sessualità infantile e al complesso di Edipo. E il fatto che generalmente non venga ammessa e riconosciuta l'esistenza di una sessualità infantile dipende, secondo Freud, proprio dalla rimozione dei desideri edipici.

 

  1. Le due topiche

Freud studiò la psiche umana secondo un modello topografico e tripartito: le cosiddette topiche.

La prima di esse distingue inconscio, preconscio e conscio/coscienza, mentre la seconda distingue tra Es, Io e Super-io.

 

Prima topica: si distinguono le parti, luoghi o zone della psiche umana

INCONSCIO: è la parte più profonda e remota della psiche umana, inaccessibile alla coscienza. Racchiude i contenuti rimossi, cioè i contenuti psichici che provocano dolore o disagio, inconsapevolmente allontanati dalla coscienza. È possibile accedere all'inconscio solo con la psicoanalisi.

PRECONSCIO: è quella parte della psiche a metà tra inconscio e conscio. Racchiude un ricordo o un'emozione, che sono temporaneamente assenti dal campo della coscienza, ma che possono riaffiorarvi in qualsiasi momento per un'associazione mentale o per uno stimolo esterno.

CONSCIO: è la parte della psiche nella quale si esplica l’attività razionale e consapevole dell’individuo (la consapevolezza di sé stessi e del proprio rapporto con l'ambiente circostante); è direttamente contrapposto all’inconscio.

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Seconda topica: si distinguono le istanze della psiche umana, cioè le funzioni o processi mentali

ES: (pronome neutro di terza persona in tedesco) è la parte più primitiva della psiche, tutto ciò che viene ereditato alla nascita, è la parte oscura, inaccessibile della nostra personalità, è il «regno del non logico» ed è mosso solo dal «principio di piacere»; non distingue tra desiderio e realtà, vuole e basta. Si trova nell'incoscio.

IO: è la parte cosciente della psiche, sua funzione primaria è l'autoconservazione, agisce secondo il «principio di realtà», è mediatore da ES, SUPER-IO e ambiente esterno. Si trova nel conscio.

SUPER-IO: è la coscienza morale, un giudice interno che «osserva, guida e minaccia l'Io», (in gran parte anche il Super-Io è inconscio, come l'Es). Ha origine come introiezione dei modelli offerti dai genitori (con i loro ammonimenti e critiche) e dalla società; è mosso solo dal «principio di moralità». Si trova tra conscio e incoscio.

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Anche Freud, come Nietzsche non riconosce un valore oggettivo e razionale alla morale: la coscienza morale (=Super-io) è il prodotto dell'educazione e del condizionamento sociale, e nasce dalle esigenze della sopravvivenza e della convivenza tra gli uomini. La vita associata si serve della coscienza morale per reprimere gli impulsi aggressivi e per evitare che questi si ritorcano contro l'individuo e gli altri portando alla disgregazione della società.

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Per spiegare la formazione e l'azione del Super-Io dobbiamo risalire ancora alla relazione edipica: il bambino prova ostilità per il genitore dello stesso sesso, che pure ama; ma per paura della punizione e della perdita dell'amore e della protezione reprime la propria ostilità e si identifica con il genitore: così interiorizza l'immagine del genitore (assumendone valori, ideali e norme) e rivolge verso se stesso l'aggressività repressa, che genera il senso di colpa. Il Super-Io, per mezzo del senso di colpa, punisce l'Io quando non si comporta come dovrebbe, ed è un giudice più severo e inflessibile di qualsiasi autorità esterna: infatti, potendo giudicare dall'interno, conosce e punisce non soltanto i comportamenti, ma anche le intenzioni e i desideri. L'Io si trova dunque nella difficile condizione di servire e mediare fra tre «tiranni»: l'ambiente, l'Es e il Super-io.https://3.bp.blogspot.com/-FEVgTSMhAyU/We8O9hqDcJI/AAAAAAAACa0/k8GYaXlsPxw9ME3m4nVeHUkY3hCqF8mTwCLcBGAs/s1600/es%2Bio%2Be%2Bsuperio.jpg  In caso di insuccesso possono sorgere le nevrosi o addirittura le psicosi (grave alterazione del pensiero, perdita totale di contatto con la realtà). Lo scopo della psicoanalisi è rafforzare la personalità, l'Io, ampliando la sfera della consapevolezza razionale e allentando la repressione delle pulsioni attuata dal Super-io, per ridurre il più possibile l'infelicità dell'uomo. In Freud c'è dunque fiducia nella ragione, nel primato della razionalità scientifica, ma non fede nel suo trionfo: in tutti noi sopravvive la psiche dell'uomo primitivo, e sono sempre presenti, con tutta la loro forza, le tendenze istintive.

  1. I meccanismi di difesa

Termini come “regressione” e “sublimazione” stanno ad indicare dei meccanismi psichici che, normalmente, vengono definiti meccanismi di difesa dell’Io e riguardano le possibili “direzioni” della libido. Freud parla di questi fenomeni in tutta la sua opera ma sarà soltanto la figlia Anna a dedicare un’intera opera all’argomento e a descrivere la varietà, la complessità e l’estensione di tali meccanismi. Tali meccanismi non sono innati, infatti si manifestano solo in caso di conflitto tra le istanze. Classificare i meccanismi di difesa non è affatto semplice in quanto è veramente arduo riuscire a distinguere i meccanismi innati o normali da quelli che, invece, sono considerati tipici delle situazioni nevrotiche.

 

Ad ogni modo, i principali meccanismi di difesa sono i seguenti:

 

  • LA PROIEZIONE è il tipico meccanismo usato da chi attribuisce ad altri ciò che fa parte della propria realtà psichica, come pensieri, emozioni e desideri. Un esempio di questo meccanismo di difesa è il caso del marito geloso, che è convinto, senza nessuna ragione apparente, che la moglie gli sia infedele, tanto da mostrarsi eccessivamente possessivo nei suoi confronti rendendole la vita molto difficile. Questo può essere un risultato della proiezione, per cui il marito, non accettando di desiderare altre donne, proietta i propri desideri sulla moglie. https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcSHVDgSrm2zZwPxsY_VkPJIPtyd1-VkbgjIvc9scRHK86uptuUF

 

  • LA RIMOZIONE consiste in un vero e proprio rifiuto di un sentimento, una rappresentazione o un qualsiasi contenuto psichico, che viene relegato nella zona più oscura del nostro inconscio. Molte cose, specialmente riguardanti l’età infantile, che noi pensiamo di aver dimenticato definitivamente, sono in realtà state rimosse e relegate nell’inconscio e, per questo motivo, non è facile recuperarle sul piano della coscienza. https://www.neuroscienze.net/wp-content/uploads/2010/02/philosophy_brain.jpg

 

 

 

 

  • LA RAZIONALIZZAZIONE è il meccanismo per cui individuiamo, in ogni caso, un legame logico, e quindi anche rassicurante, tra la causa l’effetto. Evitiamo così di affrontare un problema che altrimenti ci porrebbe sotto forte stress e stati di ansia. Questo è il motivo per cui, nella celebre favola di Fedro “La Volpe e l’Uva”, la volpe, incapace di raggiungere il grappolo d’uva oggetto del suo desiderio, esclama che in realtà, nonostante sia ovvio il contrario, lei non desidera affatto quell’uva che, poi, sicuramente non sarà neanche buona da magiare. https://cdn.gelestatic.it/repubblica/blogautore/sites/284/2010/04/18-LAmore-Ideale.jpg

 

  1. 9. Eros e Thànatos

Questo discorso si colloca nell'ambito di un ripensamento, da parte di Freud, della sua teoria psicologica generale. Negli ultimi scritti il padre della psicoanalisi non riconduce più tutte le pulsioni alla Libido, ma divide le pulsioni in due categorie tra loro antagoniste: «pulsioni erotiche» o Eros, e «pulsioni di morte» o Thànatos https://filosofiamoblog.files.wordpress.com/2015/10/senza-titolo-3.jpg. Le pulsioni erotiche sono alla base di tutte le tendenze che favoriscono la vita: comprendono pulsioni sessuali e pulsioni di autoconservazione, sono all'origine dei legami affettivi (amore, cura, protezione, amicizia) e sono, per Freud, la manifestazione psichica delle forze che negli organismi viventi resistono alla disgregazione. Le pulsioni di morte sono invece la manifestazione della tendenza fatale di ogni forma vivente a ritornare allo stato inorganico, all'equilibrio definitivo che è la morte: sono alla base dei sentimenti di invidia e di odio e dell'aggressività (distruttiva o autodistruttiva), che è il nemico principale della vita associata e della civiltà, costruita faticosamente grazie alle pulsioni erotiche. Nella psiche individuale, tuttavia, le due forze spesso si intrecciano, producendo risultati contraddittori o dannosi (odio-amore, gelosia, ossessività, autodenigrazione) ma anche utili: per conquistare il partner o per lottare per un ideale o realizzare un progetto è necessaria una certa dose di aggressività al servizio della pulsione erotica.

Nella lotta tra Eros e Thanatos, Freud ha visto condensata l'intera storia del genere umano.

 

  1. 10. Le opere antropologiche

Freud ha scritto anche numerose opere in cui affronta temi di antropologia, storia della civiltà, storia dell'arte, della religione… In queste opere Freud applica le proprie teorie (in particolare quella della relazione edipica) ad ambiti su cui non ha fatto studi specifici, ma si è avvalso delle ricerche e dei risultati di studiosi specializzati. Prendiamo in considerazione brevemente due di queste opere: Totem e tabù (1913) e L'Avvenire di un'illusione (1927).

In Totem e tabù, prima applicazione della psicoanalisi all'antropologia, Freud cerca di mostrare il valore universale del complesso di Edipo, ponendolo all'origine della morale, della religione e della civiltà. Nel racconto freudiano le orde degli uomini primitivi erano dominate da un maschio prepotente che teneva tutte le donne per sé, amato e odiato allo stesso tempo: venne infine ucciso dai figli, mangiato, e sostituito da un animale totem intoccabile, che col tempo diventò il dio-padre delle religioni monoteistiche https://3.bp.blogspot.com/-35q6KUDtVfY/VS9WKbfu6kI/AAAAAAAAAfU/vG9bln4DQo4/s1600/totem.jpg. Il rimorso per l'uccisione del padre diede origine alla coscienza morale; la proibizione dell'incesto diede origine alla famiglia monogamica e al vincolo sociale.

Nell'Avvenire di un'illusione Freud presenta la religione monoteistica come un'illusione originata dalla relazione edipica: la rappresentazione di Dio come essere onnipotente ha origine dal rapporto del figlio col padre temuto-amato ora proiettato in cielo https://mikeplato.myblog.it/media/02/00/1766176638.jpg, la fiducia nella provvidenza dalla fiducia infantile nella protezione paterna. Le rappresentazioni religiose sono dunque illusioni che traggono efficacia dalla forza dei desideri umani: esorcizzano il terrore della morte, riconciliano l'uomo con la crudeltà del fato e compensano delle sofferenze imposte dal progresso civile. Queste funzioni vengono svolte però servendosi di forze emotive sottratte al controllo critico della ragione: in quanto soddisfacimento illusorio, la religione è come la nevrosi; i riti religiosi presentano analogie con i rituali dei nevrotici ossessivi.

D'altra parte Freud non ritiene neppure possibile, né desiderabile, la liberazione completa di queste tendenze istintive: nell'opera Il disagio della civiltà, egli scrive che il progresso della Civiltà esige che le pulsioni aggressive siano frenate e che gli impulsi sessuali egoistici siano repressi o sublimati, perché gli uomini, per sopravvivere nella natura ostile, devono collaborare. https://www.viaggio-in-germania.de/macke.jpg  Ciò produce infelicità (Freud identifica la felicità con il piacere, la soddisfazione delle pulsioni), ma è un prezzo che va pagato: «l'uomo civile ha barattato la sua felicità per un po' di sicurezza». Freud è metodologicamente individualista e riduzionista, non riconosce l'esistenza di istinti sociali: l'amicizia e le altre relazioni umane sono modificazioni (sublimazioni) della pulsione sessuale inibita nella sua meta.

 

  1. FREUD e la FILOSOFIA

Secondo Freud, l'idea dell'origine animale dell'uomo proposta da Charles Darwin aveva inferto alla presunzione dell'uomo una ferita mortale, la seconda dopo che Copernico lo aveva espulso dal centro dell'universo. Una terza ferita, aggiungeva Freud, veniva inferta dalla psicoanalisi: l'io doveva prendere atto di «non essere padrone nemmeno in casa propria». https://rossellatirimaccocom.files.wordpress.com/2019/11/io9.jpg?w=299 Le nostre azioni, infatti, sono determinate da cause più profonde di quanto crediamo. Le ragioni con cui spieghiamo scelte e comportamenti sono spesso il mascheramento dei moventi effettivi che risiedono nell'inconscio. Freud non è stato il primo a parlare di "inconscio", ma è stato il primo a legare i processi inconsci alla sessualità, che pervade l'intera vita psichica sin dall'infanzia. Secondo Freud, la psiche è un teatro di conflitti. https://i.ytimg.com/vi/5tvjXkGW5O8/maxresdefault.jpg I moventi inconsci delle nostre azioni sono residui di situazioni psichiche e desideri di un passato che risale alla prima infanzia. I desideri dimenticati e i conflitti irrisolti non si cancellano, ma esercitano un'influenza decisiva su tutta la vita dell'individuo. Il passato dà significato al presente. Nata come terapia medica delle nevrosi, la psicoanalisi è diventata anche una concezione dell'intera vita psichica e dei rapporti interpersonali. Ha incontrato moltissime resistenze, ha suscitato le critiche più diverse e si è frammentata in molte scuole, ma ha avuto una diffusione enorme, penetrando in moltissimi settori della cultura. Della psicoanalisi si ha spesso un'immagine semplificata o caricaturale. Spesso è stata considerata un incitamento a liberarsi della repressione sessuale e sociale e a dare libero sfogo agli istinti vitali. Questo non è sicuramente vero per Freud, il quale si definì sempre e soltanto un medico. Egli aveva un'immagine molto pessimistica della natura umana e non nutrì mai illusioni sulla possibilità di sottoporre le pulsioni al controllo totale della ragione. Tuttavia per Freud la ragione, sotto la forma della scienza, rimase sempre l'unico mezzo per stabilire un rapporto non illusorio con la realtà. Qualunque giudizio si dia sulla validità scientifica e terapeutica della psicoanalisi (e la discussione è tuttora molto accesa), nessuno può negare la forza e l'importanza della visione della natura umana dischiusa da Freud. A ragione il filosofo francese Paul Ricoeur (1913-2005) lo ha annoverato, con Marx e Nietzsche, fra «i maestri del sospetto» https://media.istockphoto.com/vectors/suspecting-emoticon-vector-id167222529 : quei pensatori che ci invitano a guardare dietro le motivazioni e le giustificazioni "ufficiali" delle azioni umane; a smascherare i veri moventi dell'agire mostrandone le radici nella sfera degli impulsi, degli interessi e delle forze irrazionali; a demistificare le costruzioni ideologiche di cui ci serviamo per nascondere quei moventi agli altri e a noi stessi. Freud non fu un filosofo, ma, se la filosofia è innanzi tutto critica, il sospetto è il primo passo della filosofia.

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