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Etica e politica

Poiché l’uomo riceve il proprio essere da Dio, egli non è il creatore della norma del proprio agire, ma la riceve da Dio. Sono quattro le leggi che obbligano l’agire dell’uomo:

  1. la legge di Dio, eterna e sovrana: è l’ordine con cui Dio ha creato l’universo in modo che l’uomo abbia accesso alla beatitudine ultraterrena https://www.thebachflowers.com/wp-content/uploads/2017/05/Unknown-5.jpeg;
  2. la legge naturale: è l’espressione della legge di Dio nella creatura razionale per regolare la vita naturale dell’uomo https://media.activechristianity.org/2016/07/479-Laws-of-nature-laws-of-life-ingress-1.jpg;
  3. la legge divina: è la volontà di Dio manifestata nella Rivelazione per regolare la vita religiosa e sovrannaturale https://media.famigliacristiana.it/2013/6/42-20828215_1249798_661235.jpg;
  4. la legge umana positiva: è quella che governa gli Stati in vista del bene comune, in conformità alla legge naturale https://i.pinimg.com/originals/b4/f3/b0/b4f3b06dbd7054775b25110ce5dbec1c.jpg.

Siccome l’uomo agisce in modo volontario, anche seguire la legge è per lui un atto volontario. Di conseguenza le sue azioni hanno valore morale solo se volontarie: un’azione inconsapevole non ha valore morale. Fare del male diviene quindi una scelta dell’uomo. L’anima, per Tommaso, ha una disposizione naturale intuitiva (sinderesi) a riconoscere i principi morali e quindi riesce a capire da sola cosa è il bene e cosa è il male. Questa capacità permette all’uomo di praticare le virtù. Esse vengono distinte da Aristotele, nell’Etica Nicomachea, in virtù morali e intellettuali: le virtù cardinali, o morali, sono divise a loro volta in cardinali (prudenza, coraggio, temperanza, giustizia https://howtobeastoic.files.wordpress.com/2018/01/60ddeea2-eb72-410a-be2d-5132b89d30bb.jpeg?w=300&h=201 ) e teologali (fede, speranza e carità https://lh3.googleusercontent.com/proxy/0KbgSOsCjiGyjcf34K8O4yyZnrnhCsiRSfI-j8KXpaTVirP1hqjnn9lIfYTP5COR8d7_iP9uz-REbjJN9KanCabqAzCtENxpB2M_wvfBNPAVFE6hRXchFhU). Queste ultime sono indispensabili per ottenere la felicità soprannaturale e sono donate da Dio.

La legge positiva è necessaria perché l’uomo, secondo Tommaso, ha un’inclinazione naturale alla socialità e quindi vive organizzandosi in Stati. Le società umane sono fondate sul linguaggio e sulla divisione del lavoro, quindi ogni uomo comunica con gli altri e ognuno svolge una certa attività in base alle necessità del gruppo sociale nel quale vive.

Dunque, poiché la parola è stata data all’uomo dalla natura ed è finalizzata a permettere la comunicazione tra gli uomini circa l’utile e il nocivo, il giusto e l’ingiusto, e altri valori simili, ne consegue – dato che la natura non fa nulla invano – che è naturale agli uomini comunicare tra di loro su queste realtà. Ora, è precisamente il comunicare in questi valori che costituisce la famiglia e la città; perciò l’uomo è per natura un essere domestico e politico. (Tommaso d’Aquino, Sententia libri Politicorum, I, 1/b)

Tommaso ritiene che ogni forma di governo della società sia legittima a patto che chi governa abbia come fine il bene comune. Nonostante ciò, egli manifesta una maggior preferenza per la monarchia https://cdn.skuola.net/news_foto/2018/libro-2-de-monarchia-dante.jpg perché è la forma di governo che garantisce maggiormente l’unità del corpo sociale e simboleggia il rapporto tra Dio e il mondo. Inoltre, ogni forma di governo può degenerare in dispotismo: ciò accade quando chi governa è orientato al raggiungimento del proprio bene e non di quello comune. Se questo accade il popolo può ribellarsi e commettere il tirannicidio.

Questo tema permette di collegarci a quello della guerra giusta, espresso nella Somma teologica. La guerra è giusta solo quando è l’unico mezzo per ottenere il risarcimento di un torto subito. https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcTaZAzSGpbYv05NGXmEdwl_II4vcMDqVyGP0pFBz9sJew3nEmE8 Anche una nazione cristiana può dichiarare guerra, ma solo per ristabilire la giustizia e l’equilibrio infranto da una nazione nemica. Di solito la guerra giusta è, quindi, una guerra difensiva contro uno Stato più forte. Allora è legittimo fare alleanze con altri Stati per fronteggiare un nemico prepotente.

Per quanto riguarda il rapporto tra Stato e Chiesa, Tommaso dice che tra essi deve esserci rispetto reciproco e libertà nel proprio ambito https://www.uccronline.it/wp-content/uploads/2013/09/Francesco-Solimena.jpg. Anche se i politici non sono cristiani, essi devono rispettare la legge naturale che invita a conseguire il perfezionamento morale e intellettuale.

La potestà spirituale e quella secolare derivano l’una e l’altra dalla potestà divina; perciò la potestà secolare non è subordinata a quella spirituale se non nella misura in cui essa le è stata sottomessa da Dio, cioè circa quelle cose che riguardano la salvezza delle anime […]. Ma per quanto riguarda il bene politico, è meglio obbedire alla potestà secolare che a quella spirituale, secondo quanto è affermato in Matteo 22,21: “Date a Cesare quel che è di Cesare”. (Tommaso d’Aquino, Sententia libri Ethicorum)

Inoltre il fine della politica non è assoluto, perché la felicità terrena è solo un mezzo per raggiungere lo scopo ultimo, cioè la felicità soprannaturale, eterna. Per questo i governanti devono comandare ciò che conduce al cielo e vietare ciò che ne distoglie.