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Herder e la nuova visione della storia

Johann Gottfried Herder (1744-1803) avvia una riflessione sulla storia che recupera la nozione di provvidenza divina calandola nella vita e nelle vicende dei popoli e delle epoche, restituendo ad ogni epoca la sua dignità entro il corso imprevedibile del mondo, che è appunto la provvidenzahttps://puntodidomanda.altervista.org/wp-content/uploads/2013/05/Il-concetto-di-provvidenza.jpg. Centrali sono in proposito le opere Ancora una filosofia della storia per l’educazione dell’umanità  e Idee per la filosofia della storia per l’umanità dove presenta una visione della storia che consente di apprezzare tutte le azione fatte da ogni singolo popolo e epoca del passato.

Per Herder ogni epoca https://it.sodiummedia.com/img/obrazovanie/52/istoricheskie-epohi-po-poryadku-epohi-v-iskusstve-po-poryadku.jpg è dotata di un significato al punto che egli propone un analogia tra le fasi di sviluppo della storia e la crescita dell'individuo umano:

All’ antichità orientale corrisponde l’infanzia dell’uomo; alla grecità la fanciullezza; al mondo romano la maturità, la quale decaderà nella vecchiaia come la decadenza dell’impero.https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcTbeg-VaB2_qtzmVsdKmBzprxrMJ3y7F81GfKcaixdo_lEhCtJq

È a partire da questa riflessione che verrà rivalutata anche l’epoca medievale e le invasioni barbariche, che avranno il compito di riportare l'uomo ad una sorta di infanzia dalla quale ripartire nuovamente. La storia dunque non procede sempre in avanti, ma ha dei punti di arresto e dei regressi come le creature viventi https://www.notiziecristiane.com/wp-content/uploads/2014/01/google_grafico.png. La storia è animata e diretta da un principio immanente, questo principio è presente anche in natura cosicchè storia e natura sono viste come due articolazioni di un unico e identico essere divino.

La teoria estetica di Schiller

In questo gruppo di letterati spicca anche il poeta Johann Christoph Schiller (1859-1805) che vede nell'universo la manifestazione di Dio https://www.notiziecristiane.com/wp-content/uploads/2017/09/Fotolia_35776408_S.jpg e la natura come infinita forza creatrice https://www.ehabitat.it/wp-content/uploads/2018/05/kirhagis-donna-madre.jpg. Mentre in Dio la perfezione è rappresentata in modo unico https://laveritaconunclick.altervista.org/wp-content/uploads/2018/06/03-dio1.jpg nella natura la perfezione si è distribuita tra i vari esserihttps://contemplazionemissione.files.wordpress.com/2019/12/madre-terra.jpg?w=300&h=189. L'obiettivo di Schiller è quello di trovare accordo tra natura e Spirito. Tra le sue opere troviamo Grazia e dignità, Le lettere sull’educazione estetica dell’uomo, Il saggio sulla poesia ingenua e sentimentale. Schiller si propone di risolvere il dualismo kantiano tra dovere morale e inclinazione sensibile ed ancora tra sensibilità e ragione. La riflessione estetica permette il superamento di questo dualismo prerché la bellezza è la grazia che unisce nell'istituto del gioco, proprio dell'arte, l'istinto sensibile e l'istinto razionale della forma https://www.katarte.it/wp-content/uploads/2014/10/escher_hands_mid.jpg.

Secondo Schiller questo dualismo è insito nella natura umana, ma non in modo rigido come potrebbe apparire dall'analisi delle prime due critiche di Kant, ma armonizzabile come sembra suggerire la terza critica kantiana. È l'istinto del gioco, secondo Schiller, che può armonizzare l’istinto sensibile (ovvero la componente fisica e materiale dell’uomo) e l’istinto della forma (ovvero la componente razionale dell’uomo). La libera relazione che il gioco compie tra le facoltà umane produce il piacere estetico. Come suggerito da Kant il sentimento del bello nasce dall’unione di sensibilità e ragionehttps://thumbs.dreamstime.com/z/gomma-che-cancella-le-sensibilità-invece-della-ragione-41947190.jpg. In questo gioco nessuna delle due facoltà è subalterna o superiore all'altra e grazie a ciò si ricompone l'armonia tra questi due ambiti.

Schiller parla dell’arte come gioco perché essa è un attività disinteressata che ha come fine solo se stessa. L'arte da un lato concretizza le idee eterne e universali della ragione  dall'altro concettualizza la materia, così facendo riesce a far dialogare pensiero e immaginazione e a mettere in comunicazione le due nature umane quella razionale-formale con quella materiale-sensibile.

Su queste basi Schiller fonda due categorie fondamentali del Romanticismo:

  1. “l’anima bella” https://www.successclubprofessional.com/wp-content/uploads/2018/12/anima-bella.jpeg ovvero colui che cerca di risolvere il dualismo kantiano tra ragione e sensibilità. L’anima bella è propria dell’individuo che riesce a compiere il dovere morale spontaneamente senza forzare la componente materiale della sua natura.
  2. la coppia oppositiva ingenuo-sentimentale che non rappresenta solo una categoria estetica, ma che rigurda la storia stessa dell'umanità. L'uomo vive in una condizione di ingenuità in natura prima della storia quando vi è una condizione di unità spontanea tra sensibilità e ragione. Ingenua è la poesia antica dei Greci, espressione dell'Unità originaria di uomo e naturahttps://www.emmetv.it/wp-content/uploads/2016/06/grecia-musica.jpg; alla spontaneità dell'arte ingenua si contrappone l'artificio del sentimentale, la categoria propria della poetica moderna, che sconta la frattura, l'avvenuta scissione con la naturahttps://www.conservatoriotorino.gov.it/wp-content/uploads/2017/03/romanticismo.jpg.

Schlegel: dal desiderio di infinito all’ironia

Karl Wilhelm Friedrich Schlegel (1772-1829) può essere considerato uno dei padri fondatori del Romanticismo. Con la redazione della rivista Athenaum si dedica allo studio del mondo classico dove vi era un irripetibile ideale di armonia e compiutezza https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/75/Domenico_antonio_carella%2C_vulcano_mostra_a_venere_le_folgori_forgiate.jpg. A tale mondo Schlegel contrappone il mondo moderno, caratterizzato da tutta una serie di disarmonie e scissioni tra finito e infinito, soggettività e oggettività, individualità e socialità https://artandthecities.com/wp-content/uploads/2020/02/Romanticismo-in-arte.jpg.

Secondo Schlegel è necessario ritornare sulla coppia di concetti ingenuo e sentimentale elaborata da Schiller. Solo a partire da questa contrapposizione si può comprendere cosa si intende per romantico ovvero consapevolezza della perdita di tonalità organica costituita dal prefetto compenetrarsi, nell’arte classica, di forma e contenuto, di ideale e reale. Con ciò però Schlegel non intende che il romantico intenda ingenuamunte tornare alla condizione originaria, anzi vi è nel romantico la consapevolezza dell'impossibilità di ricomporre la frattura, questa lacerazione è positiva perchè è alla base dell'essenza del sentimento romantico che fomenta il desiderio, l'anelito verso l'irrealizzabile ricomposizione, tale che è proprio il desisiderio stesso, l'anelito, ad essere il fine del sentimento romantico.

Da questo scaturisce la più nota teoria schlegeliana quella dell'ironia. https://steemitimages.com/DQmdXKjAtWvCUj7iyny76e1ZCVahjHtDTPD97n9AhStdAXk/IRONIA.jpg L'ironia è un attegiamento spirituale legato alla consapevolezza dell'uomo moderno che l'assoluto si rivela in modo solo effimero e che nessuno atto o prodotto umano può varcare i confini della caducità. L'attività dell'artista è dunque infinitamente perfettibile ed eternamente in divenire.

La poesia romantica è una poesia universale progressiva...La poesia romantica è ancora in divenire, questa è la sua vera essenza: può soltanto divenire e mai essere (W. Schlegel)

Novalis e l’idealismo magico

Friedrich von Hardenberg  detto Novalis (1771-1801) collaborò con Schlegel alla fondazione del movimento romantico. Nei suoi scritti sottolineò la natura romantica del mondo moderno che può essere colta nella valorizzazione degli aspetti misteriosi, ignoti, intimi della realtà operata dai moderni https://i2.wp.com/www.hisour.com/wp-content/uploads/2018/07/Romantic-painting.jpg?fit=960%2C640&ssl=1. Con riferimento alla sua accentuazione del nesso natura-spirito, e della necessità i interpretare ogni fenomeno alla luce di tale nesso, si è parlato di idealismo magico che consiste in trasfigurazione simbolico-spirituale della natura e del reale attraverso la poesia (il mago è poeta), in particolar modo attraverso la fiaba https://i.pinimg.com/originals/bf/e7/bb/bfe7bbfceed8c434f385d63d0407d24b.jpg, la quale assume la funzione di ri-creazione dell’essere. Il mago-poeta https://2.bp.blogspot.com/_C0MFeiKlDuk/TJT3myP8JNI/AAAAAAAADBY/GEPQ2v53iNY/s1600/mago[1].jpg riesce a conferire alla realtà significati diversi e nascosti innalzandola al di là della mera apparenza.

Il mago-poeta riesce a romatizzare il mondo perchè ridona anima alla natura e rivitalizza l'universo riproponendolo l'idea del tutto. Grazie alla romatizzazione del mondo è possibile altreppassare l’immagine scientifica della natura e al con tempo comprendere l’unità panteistica degli esseri viventi con Dio https://i2.wp.com/www.radiospada.org/wp-content/uploads/2017/01/panteismo2-1024x640.jpg?resize=1024%2C640 che permette la risoluzione della contrapposzione tra finito e infinito.

Holderlin e il panteismo

Friedrich Holderlin (1770-1843) è stato soprattutto un grandissimo poeta, ma nei suoi versi ha espresso alcune idee filosofiche di rilievo.

I suoi scritti principali sono Iperione del 1799 e la tragedia è rimasta incompiuta La morte di Empedocle. Holderlin celebra poeticamente uno dei temi centrali del Romanticismo ovvero il panteismo https://hipertextosantoinegerris.files.wordpress.com/2012/11/panteismo.jpg rifacendosi in parte alla filosofia di Spinoza aggiungendovi però una visione mistica e vitalistica. Egli propone un'immagine della natura intesa come uno-tutto, in cui l'individuo deve perdersi per trovare la sua salvezza.

La natura viene concepita non in modo meccanicistico ma come un organismo fonte e creatori di vita in cui tutti singoli elementi trovano armonia e conciliazionehttps://universo7p.it/wp-content/uploads/2015/02/fermi-1068x601-400x240.jpg. Si tratta di una sorta di religione della natura alla quale tutto ritornerà ogni individuo si ricongiungerà ad essa dimenticando se stesso, così come i dolori e gli affanni della propria vita individuale.

Essere uno con il tutto, questo è il vivere degli Dei; questo è il cielo per l'uomo. Essere uno con tutto ciò che vive e ritornare, in una felice dimenticanza di se stessi, al tutto della natura (F. Holderlin)

Questa unità con il tutto, ovvero con la natura infinita, può essere raggiunta solo attraverso la poesia https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcRdqYGrYj3DDdhu4MPWrQ7tYf825PQiO0R1dv-GNsLPep8OivSI  che sta all'origine della filosofia, ma mentre quest'ultima procede separando analizzando e dividendo attraverso il pensiero, la poesia riesce accogliere la visione unitaria del tutto. Per questo Holderlin afferma:

Un Dio è l'uomo quando sogna https://www.fisicaquantistica.it/wordpress/wp-content/uploads/2018/09/immagine10.jpg , mendicante quando riflette (F. Holderlin)https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn%3AANd9GcSLFKrodzxm8PBo1r4g7o1Einx5KPJNPnMg9Kt-cO6FRtwP8rME

  

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