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Il sito è a cura del prof. Bernardo Croci, attualmente insegnante di filosofia presso il Liceo delle Scienze Umane Galilei di Firenze.

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Oltre ad essere il padre dell’empirismo Locke può essere considerato il fondatore del liberalismo, ossia di quell’atteggiamento etico-politico che, in opposizione all’assolutismo, concepisce il potere politico dello Stato come strumento volto a garantire la libertà del singolo cittadino.http://www.pietropaganini.it/web/wp-content/uploads/2018/03/20170916_bkp504-1120x630.jpg

Le più importanti opere etico-politico di John Locke sono i Due trattati sul governo (1690), che propongono una completa analisi del fondamento della società civile e del potere politico e che sono stati composti contemporaneamente agli eventi politici che portarono l’Inghilterra a diventare una monarchia costituzionale moderna. Insieme a questi due trattati va collocata anche la Lettera sulla tolleranza pubblicata nel 1689 nella quale Locke affronta il rapporto tra potere temporale e potere spirituale. 

Il primo dei Due trattati di Locke è una risposta polemica all’opera di Robert Filmer che, nel suo Patriarcha or the Natural Power of Kings (1680), aveva difeso l’assolutismo monarchico e il diritto divino dell’autorità del sovrano. Locke contesta queste argomentazioni opponendo il principio secondo cui, per natura, tutti gli uomini sono liberi e uguali; nessuno, infatti, nasce investito del diritto di comandare e governare sugli altri.http://3.bp.blogspot.com/-bEhHkvnx7LY/U9ANztrg43I/AAAAAAAAKrg/EIgVVqDxhtI/s1600/Uomini+uguali.jpg

Il secondo trattato spiega dettagliatamente come la società civile sia istituita da un patto consensuale fra gli uomini, un libero contratto con cui tutti gli uomini escono dallo stato di natura e si impegnano a sottomettersi alle decisioni della maggioranza, sposando le tesi contrattualisti di Hobbes.

Per quanto riguarda lo Stato di Natura  Locke sostiene che esso non è né una sorta di paradiso perduto dal quale gli uomini non si sarebbero allontanati né uno stato di guerra perpetua, come sosteneva Hobbes. https://www.osservatoriodiritti.it/wp-content/uploads/2017/05/indios-brasile.jpg

Lo stato di natura è di per sé governato dalla ragione, esso è caratterizzato da tre diritti fondamentali il diritto alla vita https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQZNl0pAXhDllb-tN5U_FLjjM9i7qi0U4m0ySp0AUvUeI4MzxzK&s, il diritto alla proprietà privata https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRT8m_QgqwbGUSa4GgV9i5zmdXFaDxKeNm8befdZDB9CP3VNONx&s e alla libertàhttps://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQ_TTJYvT3kCyKKf08qti1JIvUNpiVe_rQtCPBuWL0YN0Is5DEV&s. Ognuno di questi diritti può estendersi fino  a che non entra in conflitto con quelli degli altri individui. In particolare Locke difende il diritto alla proprietà privata dei beni affermando che:

Ognuno ha diritto a quei beni che la natura ha provveduto in comune, nella misura in cui è capace di usarne, e può possedere quanto è in grado di realizzare con il suo lavoro: tutto ciò che rientra nell'ambito della sua operosità e viene, mediante di essa, rimosso dallo stato in cui la natura lo ha posto, è suo. [...] E come gli uomini erano in grado di avere delle proprietà in proporzione al loro lavoro, così questa scoperta della moneta offri loro l'occasione di mantenerle e accrescerle. (Locke, Il secondo trattato sul governo civile)https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcR8lrUwAKIas-dnR69zTWziUKNI-dBhNBDJz4ilP-Gn9y6LLAJN&s

Lo stato di natura è quindi semplicemente insicuro, perché, seppur al suo interno vigano delle regole fondamentali che riguardano in particolar modo i diritti naturali o fondamentali dell’uomo, il rispetto di questi diritti è alquanto precario. Nello stato di natura, la proprietà rischia di essere espropriata con la forza e la vita e la libertà sono minacciate dall’aggressività altrui, inoltre nessuno riesce da solo a soddisfare compiutamente ai propri bisogni (produrre cibo, costruirsi un alloggio, difendersi, creare gli strumenti per lavorare…ecc).https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcR-Tz6c5tBt42ehkXzAFGtf-gGRPHRz_vsQ4GTDgIaauOxcLa8p&s

La società civile nasce perciò per difendere i diritti di natura dei suoi associati tramite la creazione di un potere politico, ossia lo Stato, che sia in grado di dare a tutti garanzia e sicurezza, oltre che permettere la cooperazione tra i vari individui facilitando il soddisfacimento dei propri bisogni.https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTiUns5W30Y8rqCE7-6HF7i3qM8O3xDezlFMkfZ2wgGAJvz2HKD&s

Il solo modo in cui un uomo si spoglia della sua libertà naturale e assume su di sé i vincoli della società civile, consiste nel accordarsi con altri uomini per associarsi unirsi in una comunità al fine di vivere gli uni con gli altri in comodità, sicurezza e pace, nel sicuro godimento della sua proprietà e con una maggior protezione contro coloro che non vi appartengono.(Locke, Il secondo trattato sul governo civile)

Locke precisa che nessuno può legittimamente detenere il potere per una presunta investitura divina, per tradizione familiare, per eredità o per meriti acquisiti in un remoto passato. Il potere, infatti, è frutto di un consenso tra tutti i cittadini che pongono in essere, legittimamente e consapevolmente, un contratto che vincola tutti e ciascuno al rispetto della legge e della proprietà prodotta dal lavoro nonché la Libertà individuale. Dunque nessun governante governa senza questa autorizzazione dal basso, creata per comune consenso. https://www.homolaicus.com/storia/moderna/rivoluzione_inglese/images/parlamento-inglese.jpg Lo stesso magistrato dovrà pertanto riconoscere e obbedire, senza eccezione, alla legge. I suoi atti non potranno né andare contro la legge né oltrepassare i confini che sono stati stabiliti, egli dunque sarà sempre soggetto a controllo e a possibile rimozione nel caso in cui disattenta il suo compito. Pertanto egli prende le distanze dall'assolutismo professato da Hobbes.

Né un potere assoluto e arbitrario né un governo senza leggi fisiche stabilite possono essere compatibili con i figli della società e del governo, perché gli uomini non rinuncerebbero alla libertà dello stato di natura, né si sottometterebbero al governo, se non per conservare la loro vita, la loro libertà e le loro fortune e assicurarsi la pace la tranquillità con norme dichiarate che regolano il diritto e la proprietà. Non è lecito pensare che essi, avendo il potere di farlo, intendessero conferire a uno a più persone il potere assoluto e arbitrario sulla loro persone sui loro beni, e porre nelle mani dei magistrati una forza atta ad esercitare arbitrariamente su di loro una volontà illimitata. Questo equivarrebbe a porsi una condizione peggiore dello stato di natura in cui essi avevano la libertà di difendere il loro diritto contro le offese altrui e si trovano in pari condizioni di forza per sostenerlo, fosse questo diritto violato da un solo uomo o da molti altri insieme associati. E perciò di qualsiasi forma di Stato si tratti, il potere deve governare per mezzo di legge dichiarate riconosciute e non per mezzo di prescrizioni estemporanee deliberatamente imprecise.(Locke, Il secondo trattato sul governo civile)

Contro il potere politico che eccede i limiti per i quali è stato istituito il popolo ha diritto di ricorrere alla resistenza e alla forza. In questo caso non si tratta infatti di sovvertire l'ordine costituito ma anzi ristabilire il rispetto della legge da parte di governanti che gestiscono il potere a discapito del bene comune.

Là dove finisce la legge comincia la tirannide, se la legge viene trasgredita danno di altri; e chiunque nell'esercizio dell'autorità ecceda il potere conferitogli dalla legge e fa uso della forza che ha al proprio comando per ordine contro i sudditi ciò che la legge non permette, cessa con ciò stesso di essere un magistrato e, in quanto agisce senza autorità, gli si può opporre resistenza come a chiunque con la forza violi l'altrui diritto.(Locke, Il secondo trattato sul governo civile)https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/12/Battle_of_Naseby.jpg/260px-Battle_of_Naseby.jpg

Anche se Locke e Hobbes condividono l'impostazione contrattualista le loro teorie politiche hanno un esito ben diverso, per Hobbes infatti il sovrano è insindacabile e gli interessi dello Stato vengono prima di quelli del singolo, mentre per Locke lo Stato esiste proprio per garantire gli interessi del singolo: in particolare Locke sostiene che i diritti dell'individuo sono inviolabili e che esso non sia sottoposto a nessun limite se non a quelli necessari per garantire la pacifica convivenza. Ciò significa che in nessun modo lo Stato può interferire nella vita privata della persona e questo vale soprattutto per quanto riguarda la libertà di coscienza, di pensiero, di stile di vita e di religione.  

Queste tematiche sono trattate in particolare nella Lettera sulla tolleranza (1689), dove Locke sostiene appunto che lo Stato non ha alcun potere sulla religione, che è un fatto strettamente privato, e che, anzi, la tolleranza debba essere considerata il tratto distintivo della “vera Chiesa”, la cui virtù suprema è la carità.

Mi sembra che lo Stato sia una società di uomini costituita per conservare e promuovere soltanto i beni civili. Chiamo beni civili la vita, la libertà, l'integrità del corpo, la sua immunità dal dolore, i possessi delle cose esterne, come la terra, il danaro, le suppellettili, ecc.(Locke, Lettera sulla tolleranza)

Quindi, a parere di Locke, è di fondamentale importanza per il buon andamento dello Stato la netta separazione tra politica e religione.

Il potere civile non deve prescrivere articoli di fede o dogmi o modi di culto Divino con la legge civile. (Locke, Lettera sulla tolleranza)

Tuttavia l’autore ricorda che, seppure la religione sia un fatto privato, il credente è comunque prima di tutto un cittadino e dunque, come si legge nella stessa Bibbia, in Matteo 22:21 ‘[…] Rendete dunque a Cesare (inteso qui come lo Stato) quel che è di Cesare […]’,https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTupjXN1-OCham5BUpbJXjPyh02A5--BWol6iaQdcwHUcPZWyRe&s sarà prima di tutto

Ad ogni modo, per tutelare lo Stato, non possono essere accettate le religioni che abbiano dogmi e pratiche che si pongono in contrasto con le leggi della società. In particolare, Locke sostiene che le religioni che sono governate da un capo straniero andrebbero proibite, facendo riferimento esplicito ai cattolici i quali devono sottostare alle leggi di un sovrano di un altra Stato e di consegenza alle leggi di un altro Stato ovvero quello pontificio.https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQfWYkLWUExyxHlOCory6WHsNkiZl_L_jNtmef3_jMhlB46L2kYrw&s Anche l’ateismo è giudicato duramente e visto con sospetto in quanto, secondo Locke e i suoi contemporanei, è la religione a fornire all’uomo le norme morali e, di conseguenza, chi non crede in Dio, è considerato privo del rispetto di tali norme e, quindi, un pericolo per la stabilità dello Stato.

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