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Il sito è a cura del prof. Bernardo Croci, attualmente insegnante di filosofia presso il Liceo delle Scienze Umane Galilei di Firenze.

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Come accennato nella parte dedicata alla morale provvisoria, scritta da Cartesio nel Discorso sul metodo e pubblicata nel 1637, il filosofo francese non avrà modo di ritornare in seguito sul tema morale e completare così il suo albero dei saperi. Tuttavia a partire dal 1643, in seguito all'incontro con Elisabetta di Boemia e al ricco scambio epistolare con Hector-Pierre Chanut e con la regina Cristina di Svezia, si ripresenta a Cartesio il tema della condotta umana.

Cartesio era stato sollecitato dalla principessa Elisabetta nel settembre del 1645 a fornirle una definizione delle passioni così da poterle conoscere approfonditamente, da questa lettera nasce il progetto dell'ultima opera di Cartesio dedicata appunto alle passioni dell'anima, composta nel 1649 e poi dedicata a Cristina di Svezia.

È proprio sul tema delle passioni che emerge tutta la complessità del dualismo cartesiano che vede da un lato il corpo sottostare al determinismo proprio della rex extensa e dall'altro l'anima, la res cogitans, che è invece libera di volere. http://www.qdnapoli.it/images/1612/deter.jpg

L'opera Le passioni dell'anima non è un trattato di etica, ma è dedicato principalmente alla reciproca influenza che intercorre tra l'anima e il corpo, ed è proprio trattando dei meccanismi psico-fisiologici che riguardano il rapporto mente corpo che Cartesio espone anche la sua teoria sulla ghiandola pineale ovvero il luogo dove le due sostanze si incontrano.https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcR-CDM-Rg-135ca5q_fPR8LyoT0xjluf-_03s9sHXvveB6w3JXSWw&s

Cartesio dichiara di voler affrontare la questione non da un punto di vista morale ma da scienziato un meglio "da fisico". In quest'ottica le passioni non sono una deformazione della mente ma strutture naturali dell'essere umano che derivano dall'influsso del corpo sui fenomeni mentali.

Le passioni fino a quel momento erano state viste come ostacoli alla virtù, Cartesio invece ribadisce la loro insopprimibilità.

Le passioni hanno origine nel corpo ma si riferiscono all’anima. Le passioni dell'anima vanno distinte dalle percezioni degli oggetti esterni e dalle affezioni del corpo. Per questo Cartesio distingue le percezioni degli oggetti che non dipendono da atti di volontà ma derivano dall'esterno, le sensazioni che l'anima riceve dalle cose esterne, le emozioni che muovono l'anima. Scrive Cartesio:

Percezioni, o sensazioni, o emozioni dell’anima, che si riferiscono ad essa in particolare e che sono causate, mantenute, rafforzate, da qualche movimento degli spiriti (Cartesio, Passioni dell’anima)

Le passioni principali per Cartesio sono la meraviglia, l’amore, l’odio, il desiderio, la gioia e la tristezza ecc. le altre sono o composte da queste o una particolare specie che deriva da esse. La meraviglia si manifesta quando incontriamo un oggetto nuovo prima che ci possiamo rendere conto se esso è conveninete o nocivo. Appena si è stimato il valore dell'oggetto subentra l'amore se è considerato buono e conveninte oppure l'odio se viene considerato nocivo o dannoso. In seguito sorge il desiderio che si riferisce a ciò che vogliamo mantenere o a ciò che vogliamo acquisire. Da ciò che si ha scaturisce la gioia se ciò è percepito positivamente o la tristezza se è percepito come un male o un difetto.

L'anima non può sopprimere le passioni, ma può esercitare il dominio indiretto di esse con un habitus comportamentale ispirato alla razionalità: le passioni sono insopprimibili, quindi bisogna educarsi a controllarle.

Con tutto questo io non credo affatto che si debbano disprezzare interamente, e neppure che si debba fare in modo da non avere passioni; basta renderle soggette alla ragione è così addomesticate e se son talora tanto più utili quanto più grandi esse sono. (Cartesio, Passioni dell’anima)

La debolezza dell'anima consiste nel farsi trascinare dalle passioni opposte, la forza dell'anima è opporre alle passioni conoscenze e giudizi. Qualsiasi anima può essere educata.

Gli uomini che la passione può far vibrare di più, sono capaci in questa vita di gustare le maggiori dolcezze. È vero che possono anche trovarvi le maggiori amarezze, se della passione non sanno fare buon uso, e se hanno contraria la fortuna. Ma la saggezza proprio in questo torna utile: nell’insegnare a rendersi talmente padroni delle passioni, a dirigerle con tale abilità, da far sì che esse cagionino soltanto mali molto sopportabili, e perfino tali che sia sempre possibile volgerli in gioia. (Cartesio, Passioni dell’anima)

Il compito dell’uomo è seguire la virtù, autodeterminare il proprio libero arbitrio in base all’idea del bene. Anche dal seguire la virtù può, infatti, scaturire gioia e contentezza di sé:

Chiunque ha vissuto in modo tale, che la sua coscienza non ha potuto rimproverargli di aver mai mancato di fare tutte le cose ch’egli ha ritenuto migliori (che è ciò che qui chiamo seguire la virtù), ne riceve una soddisfazione, che è talmente capace di farlo felice, che gli sforzi più violenti delle Passioni non avranno mai abbastanza potere per turbare la tranquillità del suo animo. (Cartesio, Passioni dell’anima)

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