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https://i.pinimg.com/736x/25/e5/54/25e55460fcffd77c8f37b1a9b180c8ec--journaling-continue.jpg La possibilità e la scelta portano Kierkegaard a riflettere su quelli che sono i modi fondamentali di vivere e di concepire l'esistenza, gli stati dell' esistenza per Kierkegaard sono tre e riprendono il percorso autobiografico e filosofico del filosofo danese, sono il momento estetico, riferibile alle sue esperienze edonistiche della gioventu, il momento etico che ha come orizzonte la vita familiare del marito che corrisponde al fidanzamento con Regina Olsen, ed infine il momento religioso che segna l'allontanamento dalla vita normale per dedicarsi completamente all'autoriflessione.

In Aut-Aut Kierkegaard affronta il tema dei primi due stadi della vita: quella estetica e quella etica. Gli stadi della vita non sono gradi di sviluppo, non vi è una dialettica tra questi, ma sono due alternative dove l’uno esclude l'altro. Lo stadio estetico è proprio di chi vive nell’attimo, impercettibile e fuggevole, https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSuZFasOEDER0u4yfewErG9utxIXzHpBG41WZSP5OPPEswaw0KV esso è al contempo immaginazione e riflessione, il vissuto è come l'opera poetica è ebrezza intellettuale ed esclude la ripetizione; è un modo per cercare di sfuggire alla scelta, il cambiamento continuo e la continua ricerca del nuovo rende effimera ogni conquista. Questo modello di vita è rappresentato nel Diario di un seduttore dalla figura Don Giovanni. https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2017/08/avarie-628041.610x431.jpg Johannes seduce non perché desidera veramente una donna, ma solo per l’atto di sedurre in sé. Una donna da questo punto di vista vale un’altra. Una volta ottenuto il risultato, una volta che la donna è stata sedotta, essa non conta più nulla e Johannes deve immediatamente trovare una nuova vittima da sedurre. https://www.porcellaneartistichenapoli.com/wp-content/uploads/2019/10/12-145.jpg Alla fine però il continuo ripetersi di questo copione genera noia, infatti la realtà è che nessuna donna può soddisfare Johannes e questo appare come una condanna e come tale conduce l’uomo alla disperazione.

È la disperazione che fa compiere all’uomo il salto verso la vita etica. L’uomo deve compiere un salto perché tra un modello di vita e l’altro non c’è nessuna relazione di continuità, sono appunto due scelte diverse dove l’una esclude l’altra. https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQm22nZd5W_VHDvQ_2WDdHEYejknXRnbaeXuoTOeM-PKnyymUU9 La vita etica è rappresentata dal dovere e dalla fedeltà rispetto alle proprie scelte. All'opposto dello stadio precedente, l'individuo si sottopone a una forma si adegua all'universale e rinuncia all'eccezione, esso s’identifica con il marito e il giudice, la sua espressione più tipica è quella del matrimonio https://encryptedtbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQx8pXMqqMULnjubgsCQGISGk_wHpkOcjDAB3ycQSiRGv6mG23wAg dove si è sottoposti alla responsabilità e alla legge; la persona etica vive del suo lavoro, rinnova ogni giorno la sua scelta. Grazie alla scelta entra anche nel dominio della libertà, la vita si fa storia perché l’attimo diviene connesso al passato e al futuro, egli sceglie di determinarsi. Di questa storia sceglie anche ciò che è doloroso, crudele, gli aspetti più insopportabili da cui segue il desiderio di contravvenire alla legge e al proprio ruolo. Da ciò scaturisce il sentimento del pentimento, che ricorda all’uomo il suo essere peccatore, il suo essere irrimediabilmente segnato dal peccato e dalla colpa. Ancora una volta sopraggiunge la disperazione.

Sia la vita estetica sia quella etica sono destinate a fallire. La disperazione è dunque la vera malattia mortale dell’uomo.https://www.goodtherapy.org/blog/blog/wp-content/uploads/2014/03/depressed-man-1-300x278.jpg  Essa rappresenta l’impossibilità di essere autenticamente se stessi a causa delle finitezza dell'uomo. Infatti se l’essenza dell’uomo è possibilità essa è sempre e comunque limitata dalle nostre scelte, ciò è dovuto al nostro essere finiti. In altre parole se l’uomo sceglie di non scegliere non realizza se stesso, se sceglie di sceglie non si realizza ugualmente perché limita se stesso ovvero la sua essenza.

Il lato emotivo esistenziale della libertà come possibilità è l’angoscia https://www.guidapsicologi.it/site/article/7266/4765/ansia-e-angoscia-sintomi-che-non-si-stanno-seguendo-i-propri-desideri-0_ai1.jpg: ossia la paura per ciò che è indeterminato, data dal peso della responsabilità per una scelta che è sempre disgiuntiva, in cui una possibilità esclude tutte le altre.

L'uomo posto davanti alla scelta del modello di vita è preso dall'angoscia un'angoscia paralizzante, scrive Kierkegaard nel Il concetto dell'angoscia che:


L'angoscia si può paragonare alla vertigine. Chi volge gli occhi al fondo di un abisso è preso dalla vertigine. Ma la causa non è meno nel suo occhio che nell'abisso: perché devi guardarvi. Così l'angoscia è la vertigine della Libertà, che sorge mentre lo spirito sta per porre la sintesi e la libertà, guardando giù nella sua propria possibilità, afferra il finito per fermarsi in esso. In questa vertigine la libertà cade. (Kierkegaard, Il concetto dell'angoscia).
http://aforisticamente.com/wp-content/uploads/2017/06/abisso2a.jpg

Dunque l'angoscia di cui parla Kierkegaard è la condizione esistenziale generata dalla vertigine della libertà e dalle infinite possibilità negative che incombono sulla vita e sulla personalità dell'uomo.
L'angoscia è diversa dalla paura, la paura si prova davanti a una situazione determinata un pericolo preciso, l'angoscia e invece quel sentimento tipicamente umano che scaturisce dall'incertezza, dall'impossibilità di poter prevedere le conseguenze delle nostre scelte. Oltre che nell’angoscia, la possibilità, per il suo carattere infinito e onnipotente, getta l’uomo anche nella disperazione https://aforismimania.it/wp-content/uploads/2017/03/Aforismi-sulla-disperazione-e1490879342181.jpg: la condizione nella quale tutto è possibile, tutto è uguale, tutto è indeterminato, mancando un ancoraggio a qualcosa di necessario, di assoluto.
Mentre l'angoscia si riferisce al rapporto dell'uomo col mondo la disperazione si riferisce al rapporto dell'uomo con se stesso.


Kierkegaard intravede nella fede in Dio e nel suo amore https://www.ilpopolo.news/wp-content/uploads/2021/02/God-is-love1.jpg  l’unica possibilità umana di salvarsi da questa disperazione della possibilità, ma questo rapporto solitario tra l'uomo e Dio caratterrizato dalla Fede noterà Kierkegaard è paradossale e scandaloso perchè va al di là della dimensione umana. https://www.awme.it/wp-content/uploads/2019/04/jump.jpg

Gli stadi della vita
estetico

immediatezza

avventura

non-scelta

noia

disperazione

figura del Don Giovanni
etico

sceltà

fedeltà

continuità

pentimento

disperazione

figura del marito
religioso

fede

solitudine

paradosso

scandalo

Figura di Abramo

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