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Il sito è a cura del prof. Bernardo Croci, attualmente insegnante di filosofia presso il Liceo delle Scienze Umane Galilei di Firenze.

Amici e collaboratori stanno contribuendo alla realizzazione.

John Bowlby è stato uno Psicologo e psicoanalista inglese, nato a Londra nel 1907 e morto nel 1990 all’ Isola di Skye (Regno Unito).

Studiò medicina e psicologia all’ Università di Cambridge, specializzandosi poi in psichiatria, psichiatria infantile e psicoanalisi. A partire dal 1946 ha svolto la sua professione presso la Tavistock Clinic e il Tavistock Institute of Human Relation di Londra.

Bowlby ha elaborato una originale teoria dei legami affettivi denominata teoria dell'attacamento avvalendosi del contributo dell’etologia e della cibernetica https://www.neureka.it/blog/wp-content/uploads/2018/02/John-Bowlby-teoria-dellattaccamento.jpg

Tra gli studi che esercitano un influenza sulla teoria di Bowlby vi sono quelli di Konrad Lorenz https://www.8qualazampa.it/wp-content/uploads/2014/08/konrad-lorenz.jpg e Hanrry Harlow https://www.vanillamagazine.it/wp-content/uploads/2021/07/Lesperimento-della-fossa-della-disperazione-8.jpg

In particorale il suo interesse si rivolse:

  • Agli Studi sull’imprinting dell’etologo Konrad Lorenz, il quale scoprì che negli uccelli e nei mammiferi esiste una sorta di apprendimento precoce che permette ai cuccioli di seguire la mamma indipendentemente dall’appagamento dei bisogni primari fisiologici
L’imprinting è una particolare forma precoce di apprendimento per esposizione, che avviene per impressione di stimoli percettivi e indipendentemente da fattori di rinforzo nei primi attimi di vita

https://www.cristinabuonaugurio.it/wp-content/uploads/2018/10/famiglia-oche.jpg

  • Agli esperimenti di Harry Frederick Harlow (1959) sui cuccioli di macaco: di fronte alla possibilità di scegliere tra una madre calda in tessuto ma che non potesse adempiere ai loro bisogni e una madre surrogato metallica ma in grado di rispondere alle loro esigenze, la scelta si orientava sempre verso la prima, ovvero verso quella che permetteva alla piccola di aggrapparsi e di avere un contatto corporeo gratificante che risultasse gratificante.
Di conseguenza Harlow aggiunse alla definizione di Lorenz che L'imprinting avviene soltanto in presenza di stimoli specifici

https://media.sciencephoto.com/image/c0264304/800wm

Bowlby afferma che il legame del bambino con la madre è il risultato di un insieme di schemi comportamentali di natura istintiva, il bambino cerca il contatto con la madre perché solo così è assicurata la propria sopravvivenza e la protezione dai predatori.

Gli schemi comportamentali derivano da un processo di adattamento all’ambiente, nel bambino è presente una motivazione primaria che lo spinge alla ricerca di una vicinanza con la madre  che va al di là dell’appagamento dei bisogni fisici, ma ha a che fare con il bisogno di raggiungere una condizione emotivo-affettiva di sicurezza. https://www.monicasaccinto.it/wp-content/uploads/2017/06/attaccamento.jpg

Bowlby definisce attaccamento il forte legame affettivo che si ha tra il piccolo e la figura materna che lo accudisce

Tale legame inizia a consolidarsi nel primo anno di vita ed ha una natura più complessa rispetto all’imprinting che si osserva in altre specie animali.

SVILUPPO DELL’ATTACCAMENTO (timinag)

  1. Pre-attaccamento (primi due mesi): poche differenze tra le risposte date alla madre e quelle date ad altre persone, familiari e non. È adattivo per il bambino lanciare segnali all’ambiente, qualcun si penderà cura di lui
  2. Primo attaccamento (2-7/9 mesi): inizia il processo di riconoscimento della madre (5 mesi), interazioni più complesse.
  3. Legame di attaccamento vero e proprio (da 7/9-24 mesi): protesta per la separazione dalla madre ed ha atteggiamenti cauti verso gli estranei (paura dell’estraneo).
  4. Crescente attenzione dei bambini al mondo interno delle figure di attaccamento (da 24 mesi): interazioni più simmetriche, guidate dal linguaggio. Si acquisisce una rappresentazione interna della madre e si sviluppano i modelli operativi interni:-- > strutture mentali affettivo-cognitive costituite da rappresentazioni, che comprendono ricordi autobiografici, credenze, attitudini e motivazioni organizzate in base alle aspettative di risposta delle figure significative.
La qualità dell’attaccamento dipende dalla valutazione della sensibilità e responsività della figura d’attaccamento (capacità di riconoscere e di rispondere ai segnali di attaccamento messi in atto dal bambino) alla valutazione della disponibilità emotiva (che integra le dimensioni precedenti con la valutazione del ruolo attivo assunto dal bambino).

Il bambino da una parte cerca la vicinanza della madre, dall’altro è portato ad esplorare l’ambiente circostante e l’equilibrio tra questi due comportamenti dipende dal grado di sicurezza che avverte attorno a sé.

Bowlby insieme ai suoi collaboratori come la psicologa americana Mary Ainsworth  notano che i comportamenti di attaccamento dei bambini verso la madre possono essere notevolmente diversi, Bolby e i suoi collaboratori sono riusciti a spiegare i motivi di tali differenze individuando modalità di interazione che danno origine all’attaccamento sicuro e all’attaccamento insicuro.

In particolare ad individuare queste diverse forme di attacamento sono stati gli studi di MARY AINSWORTH attraverso la procedura sperimentale della  strange situation

La strange situation letteralmente strana situazione è una procedura ideata da Mary Ainsworth negli anni '70 per osservare l'attaccamento nei bambini, ovvero le relazioni tra un caregiver e un bambino. Si applica ai bambini di età compresa tra i nove ei 18 mesi.

https://o.quizlet.com/pYKQ9mZGasSQP.ZHyxoAyg.png

l bambino insieme alla madre vengono portati in una stanza in un laboratorio arredata come un ambiente confortevole. L’adulto a un certo punto esce e entra un estraneo. Il bambino rimane solo con l’estraneo. Si attiva la paura e la protesta di separazione.  Si osservano le modalità con cui il bambino e la figura di attaccamento si ricongiungono. Sulla base di questa verifica si possono avanzare delle classificazione: 4 stili di attaccamento differenti nelle modalità di interazione della diade:

  1. Sicuro: il bambino protesta vivacemente al momento della separazione, continuando a cercare la madre durante la sua assenza ma calmandosi prontamente al momento del ricongiungimento. Correla con la fiducia. https://www.silviamasserini.it/wp-content/uploads/2017/10/attaccamento-mamma-bambino.jpg
  2. Insicuro-Evitante: il bambino appare indifferente quando la madre esce dalla stanza. Nel momento della riunione oltre a continuare a mostrare indifferenza, cerca anche di evitare il contatto fisico, mantenendo al più il contatto oculare http://www.psicoterapy.it/file/untitled_43.png
  3. Insicuro-Resistente/Ambivalente: il bambino mostra disagio al momento della separazione dalla figura di attaccamento, con pianto o con crisi di rabbia, ma al momento del ricongiungimento non riesce a farsi consolare e manifesta comportamenti di resistenza o comportamenti passivi. https://lamenteemeravigliosa.it/wp-content/uploads/2017/08/mamma-e-bambina-che-piange-e1504133767688.jpg
  4. Disorganizzato (aggiunto successivamente da Mary Main): la costante è la disorganizzazione del comportamento di attaccamento, sia al momento della separazione che dopo il ricongiungimento. I bambini che rientrano in questa categoria reagiscono alla separazione e al ricongiungimento con comportamenti contraddittori simultanei o in rapida successione. Ad esempio, al ritorno della figura di attaccamento, mostrano spavento, stereotipie o comportamenti bizzarri. https://www.stateofmind.it/wp-content/uploads/2015/07/Il-ruolo-dellattaccamento-madre-bambino-nella-regolazione-emotiva_Fotolia_75787228_kraken-680x382.jpg

A partire da queste diverse situazioni è possibile definire i diversi tipi di attaccamento:

  1. Attaccamento sicuro: fiducia in se stessi e negli altri, percezione di essere degni di cura; favorisce la costruzione di relazioni adattive sulla base di buone abilità sociali. Un attaccamento sicuro in ogni momento dello sviluppo da fiducia in sé e negli altri. Ha contribuito e contribuirà al sé la categoria di “sono degno di cura e di attenzioni”. Questa modalità è un potente motore per uno sviluppo adattivo.
  2. Attaccamento insicuro: percezione di un Sé che deve cavarsela da solo perché l’altro non c’è, sviluppo di una personalità distanziante, scarsi livelli di empatia e cura verso l’altro (attaccamento evitante); percezione di non essere degni di cura, alti livelli di ansia, costante bisogno di conferme da parte degli altri (attaccamento ambivalente). Talvolta l’attaccamento insicuro può predisporre allo sviluppo di psicopatologie.
  3. Attaccamento disorganizzato: difficoltà o impossibilità nel definire il con coerenza e continuità; predisposizione allo sviluppo di vere e proprie psicopatologie internalizzanti o esternalizzanti.

https://www.istitutopsicoterapie.com/wp-content/uploads/2021/02/stili-di-attaccamento-930x614-1.png 

Bisogna sottolineare che queste modalità di attacamento descritte sono solo modelli teorici. Molti dei bambini osservati presentano sfumature diverse nelle loro relazioni con la madre e corrispondono solo in parte ai modelli descritti.

C'è un rapporto diretto tra lo sviluppo dell'attacamento nel bambino e la comparsa di comportamente patologici. In particoare dipendono dallo sviluppo dell'attacamento le manifestazioni ansiose come la così detta "fobia della scuola".

https://www.studiopsicologia.napoli.it/wp-content/uploads/2016/05/Fobia-scuola-bambini.jpg

Secondo Bowlby tale fobia non dipende esclusivamente dalla volontà del bambino di evitare un ambiente spiacevole, ma da un amanifestazione di angiscia provocati da quattro modelli di interazione familiare.

Modello A: La madre, o più raramente il padre, soffrono di angoscia cronica verso le figure di attacamento e tengono il figlio a casa perchè le faccia compagnia

Modello B Il bambino teme che, mentre lui è a scuola, possa accadere qualcosa di male alla madre, o eventualmente al padre, e rimane a casa per impedire che ciò accada.

Modello C Il bambino teme che qualcosa di male possa accadere a se stesso quando è via di casa, e perciò rimane a casa per impedire che accada

Modello D La madre o più raramente il padre, teme che qualcosa di male possa accadere al bambino mentre è a scuola, e perciò rimane a casa

https://www.lopsicologotiaiuta.it/wp-content/uploads/2020/09/240_F_329472772_N6pQ26XoBdFCuVphuVp1RsROx97apyE3.jpg

Il bisogno di sicurezza è un bisogno che ha continuità in età adulta. Pertanto è stata elaborata una  intervista semistrutturata ADULT ATTACHMENT INTERVIW per individuare i corrispettivi in età adaulta dei modelli di attacamento sperimentati. Viene chiesto alle persone di ricordare eventi del passato attinenti alle figure più significative ovvero accedere con la memoria autobiografica a situazioni del passato.

Sulla base di questo esperimento sono stati individuati "4 stili" basati sulla qualità delle narrazioni prodotte:

  1. Autonomo (in continuità con il Sicuro): Parla con franchezza e fluidità delle esperienze del passato con i caregiver, sia positive che negative. Comprende le motivazioni altrui ed avanza tentativi di spiegazione dei fatti per come si sono svolti. http://www.studiotozza.it/wp-content/uploads/2017/11/lavoro-autonomo-caratteristiche.jpg
  1. Distanziante (in continuità con l’Insicuro-Evitante): Le esperienze passate non sono state importanti. Spesso dice di non ricordare alcuni fatti o periodi (o li nega). Traspare poca attivazione emotiva nel ricordo https://i.ytimg.com/vi/RkZhLFVXKWg/maxresdefault.jpg
  2. Preoccupato (in continuità con l’Insicuro-Ambivalente): è sopraffatto dalle esperienze passate; il racconto è prolisso e con ripetizioni. La componente emotiva è dirompente, impedendo di tracciare una struttura per il ricordo. https://previews.123rf.com/images/sifotography/sifotography1511/sifotography151100100/48488867-profilo-laterale-del-primo-piano-preoccupato-uomo-di-mezza-età-con-espressione-del-viso-preoccupato-.jpg
  3. Irrisolto (in continuità con il Disorganizzato): non è presente una organizzazione nel ricordo, per via del passato traumatico. https://m2.paperblog.com/i/4/40490/una-vita-disorganizzata-non-fa-per-me-ma-lorg-T-1.jpeg

LIMITI

L’approccio attuale considera la sicurezza nell’attaccamento come un fattore importantissimo per l’adattamento lungo tutto il ciclo di vita, ma considera con estrema cautela quanto riportato sopra:

  • Molte ricerche, soprattutto del passato, considerano solo l’attaccamento alla figura materna.
  • I modelli operativi interni non sono rappresentazioni fisse e immutabili, ma risentono delle nuove e diverse esperienze relazionali connesse con il bisogno di sicurezza.
  • È limitante basare la descrizione del Sé-con-l’altro solo sull’attaccamento. Le relazioni con gli altri non assolvono solo al bisogno di sicurezza. L’attaccamento è solo una parte di un processo più ampio
  • L’attaccamento assolve al bisogno di sicurezza.

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