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Il defict visivo nella storia

LA CONCEZIONE SOCIALE DEL CIECO nell’antichità era meno deprecabile rispetto a quella del sordomuto, nella mitologia vi sono personaggi non vedenti che hanno goduto di un notevole prestigio come  OMERO http://3.bp.blogspot.com/-xGFOqgrq8C0/UqI2UUAeZvI/AAAAAAAAB3I/2DbZ-kXmvs4/s1600/Omero+-+Raffaello.jpg che ha incarnato la saggezza del popolo greco oppure il celebre indovino TIRESIA https://media.urbanpost.it/wp-content/uploads/2019/06/tiresia.jpg colui che “vede con gli occhi della mente”. Nel paradigma filosofico occidentale diversi pensatori come Parmenide e Platone hanno denigrato la vista come strumento di conoscenza, come qualcosa che ci permette di osservare solo la superficialità delle cose ma non la loro essenza, per questo motivo il non vedente è stato accettato meglio nella cultura antica. https://www.lacittafutura.it/media/k2/items/cache/a2429d666fe7ce4e9cc4add5ad02bfd0_XL.jpg

Tuttavia con il diffondersi del cristianesimo il defict visivo rientra nelle punizioni divine inflitte ai peccatori. Non solo è celebre in proposito l’aneddoto del miracolo compiuto da Cristo che restituendo la vista ad un ceco gli sussurra i tuoi peccati ti sono assolti https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e5/Guarigione_del_cieco_nato_di_De_Ferrari_Orazio.jpg, ma in proposito risulta ancora più forte l’immagine di Saulo (San Paolo) https://cinquepassi.org/wp-content/uploads/2017/01/st-paul-conversion.jpg che viene fulminato sulla via di Damasco con la conseguente perdita della vista fino a quando non ottiene il perdono da Dio.  

Nel Medioevo l’immagine del non vedente era profondamente cambiata. Il cieco era vista come una persona INUTILE a sé e agli altri, perché non lavora e di conseguenza non entrava nella parte PRODUTTIVA della società. In questo periodo nascono le prime Istituzioni per ciechi, spesso ad opera di religiosi, ma hanno un carattere meramente ASSISTENZIALE e accentuano la SEGREGAZIONE dei non vedenti. La loro EDUCAZIONE e ISTRUZIONE era inibita dal fatto che non vi era un veicolo di trasmissione del pensiero attraverso la SCRITTURA

STORIA DELL’EDUCAZIONE DEL CIECO

Il primo ad occuparsi in modo significativo dell’educazione dei ciechi fu VALENTINO HAUY (1745-1822) http://t2.gstatic.com/licensed-image?q=tbn:ANd9GcT9AF-BYHwVtMjJUgbPFBmuUbyx91EABYqyel6ylvgSnI1UqvIGhoP7zHSsuDDB  che nel 1786 fonda a Parigi il primo Istituto Nazionale per Ciechi. Insegnando calligrafia a Parigi, incominciò, con un sistema di caratteri mobili in rilievo, a educare un ragazzo cieco; i risultati furono così soddisfacenti che ottenne una casa e i mezzi per educare dodici ragazzi ciechi; primo nucleo dell'attuale Institution nationale des jeunes aveugles. Successivamente fu chiamato a fondare altri istituti analoghi a Pietroburgo e a Berlino.

Nello stesso periodo l’austriaco Johann Klain (1765-1848) https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/36/Johann_Wilhelm_Klein.jpg sviluppò un primo rudimentale metodo di scrittura in rilievo, servendosi di un punteruolo https://lirp.cdn-website.com/61dd20f8/dms3rep/multi/opt/awl-710096_1920-960w.jpg scriveva le lettere in modo da evidenziarne i margini così che i ciechi potessero percepirle. Klein il 13 maggio 1804 iniziò ad insegnare a casa a un giovane cieco, James Brown, con il sostegno del governo, nacque così il primo istituto per ciechi a Vienna. La missione di Klein nella vita era ora la cura dei non vedenti, l'istruzione e l'orientamento professionale per farcela nel mondo del lavoro.

Nel 1807 Klein presentò il suo Stachelschrift , un dispositivo di stampa con il quale poteva battere le lettere maiuscole della scrittura latina e creare segni in forma punteggiata sulla carta. https://images.memorix.nl/pwv/thumb/640x480/dc54ed06-3cd8-16e4-dafa-336213cf4efe.jpg   Per i ciechi questa scrittura non era facile da leggere e scrivere a mano era difficile anche per i vedenti. L’obiettivo era trovare una SCRITTURA in cui ogni lettera fosse percepibile con un solo ATTO MOTORIO.

Successivamente, Maurice Ballù applicò la metodologia di Klein, ma utilizzando dei fori molto più continui e ravvicinati. Oggi egli è noto come l’ideatore del CUBARITMO  un sistema di lettura e scrittura che prevedeva l’accostamento di cubetti di piombo, recanti ciascuno in rilievo una lettera dell’alfabeto.  http://www.blindenmuseum-berlin.de/files/images/01-stachelschrifttypen.jpg  l “Ballu” è un sistema di scrittura speculare, lento nell’applicazione, in quanto la composizione di ogni singola lettera richiede l’uso di molti punti. Fornisce, però, ai non vedenti la possibilità di scrivere a mano con un’apposita tavoletta, consentendo di controllare la composizione del testo. Nonostante queste innovazioni, la velocità di lettura non aumentava e rimanevano le difficoltà nella produzione di libri, che risultavano peraltro ingombranti. Tutti questi metodi, se da un lato avevano il merito di avvicinare  i ciechi alla scrittura, non di meno si dimostravano comunque  poco confacenti a sfruttare appieno le caratteristiche proprie del tatto.

CHARLES BARBIER (1767-1841) inventò un codice crittografato in ambito militare una forma di scrittura nota come "Ecriture Nocturne" (Scrittura Notturna), usando punti in rilievo, con segni da 1 a 12 puntini. Il sistema di Barbier era legato alla scacchiera di Polibio, nella quale un codice a due cifre rappresenta una lettera. Nella variante di Barbier, una tabella quadra di 6×6 comprende la maggior parte delle lettere dell’alfabeto francese, così come parecchi digrammi e trigrammi:

 

1

2

3

4

5

6

1

a

i

o

u

é

è

2

an

in

on

un

eu

ou

3

b

d

g

j

v

z

4

p

t

q

ch

f

s

5

l

m

n

r

gn

ll

6

oi

oin

ian

ien

ion

ieu

Una lettera (o digramma o trigramma) era rappresentata da due colonne di punti, in cui la prima colonna aveva da uno a sei punti a indicare la fila nel quadrato e la seconda aveva da uno a sei punti che indicavano la colonna: e. g. 4-2 per "t" rappresentata da

I simboli potevano essere composti fino ad un massimo di 12 punti (due colonne di 6). Questo strumento è l’antesignano dell’attuale metodo di scrittura per non vedenti.

Nel 1821 l'alfabeto di Barbier fu adottato nell’Istituto nazionale dei giovani ciechi di Parigi, esso era molto più pratico del vecchio sistema di caratteri latini in rilievo con le sue linee curve e dritte che era molto più difficile da capire per i ciechi rispetto alle forme semplici dei punti, e non potevano usare il sistema per scrivere o prendere note. Barbier inventò inoltre un sistema grazie al quale gli studenti potevano scrivere i suoi simboli, usando una lavagnetta speciale e uno strumento appuntito per fare i punti.

Louis Braille, che era uno studente dell'istituto a quel tempo, si interessa al metodo di Barbier. Braille ridusse il numero di posizioni dei punti da 12 in 2 colonne a 6 in 2 colonne, che era più semplice da esaminare con le dita. In seguito, Braille trasformò la scrittura notturna inventata da Barbier in un sistema usato fino sì nostri giorni: il Braille.

LOUISE BRAILLE (1809-1852) era un’insegnante di musica nell’Istituto per non vedenti di Parigi dove lui stesso era ricoverato. Aveva assistito alle lezioni di Barbier e poco dopo cerco di sviluppare egli stesso un CODICE che si adattasse meglio alle caratteristiche del tatto. Il suo metodo di scrittura in RILIEVO si avvale sempre di punti ma ogni lettera o simbolo è rappresentata da un massimo di 6 PUNTI disposti su 3 file per un massimo di 2 per ogni fila in uno spazio di 6 mm di h per 3 di largh. Quindi più economico di quello di Barbier. I simboli complessivamente sono 64 e comprendono linguaggio ALFABETICO, segnografia MUSICALE e MATEMATICA.

Ciò aprì ai ciechi un mondo nuovo, i non vedenti cominciarono a studiare i libri scritti in Braille, a laurearsi e a scrivere.

Nel 1800 vi erano in Europa 4 grandi Istituti per ciechi = a Parigi, a Berlino, a Vienna e a Pietroburgo. In Italia i primi Istituti per ciechi sorgono = a Napoli (1818), a Padova (1838), a Milano (1840), a Genova e Roma (1868).

Come funziona la vista

Le radiazioni luminose dell’ambiente, prodotte direttamente da fonti di luce o dalla luce riflessa degli oggetti attraverso una superficie protettiva trasparente dell’occhio chiamata cornea. Da qui giungono un piccolo foro dell’occhio, chiamato pupilla. https://www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/images/iride.jpg La pupilla si allarga o si restringe grazie a un insieme di muscoli e fibre, chiamato iride (da cui dipende anche il colore degli occhi delle persone) che fa filtrare una minore o maggiore quantità di luce a seconda della luminosità dell’ambiente. Dietro la pupilla c’è il cristallino una sorta di lente molto elastica e trasparente che modifica la sua forma a seconda della distanza degli oggetti e consente la messa a fuoco dell’immagine sulla retina. La retina è un reticolo di cellule nervose posto in fondo all’occhio che reagisce con processi elettrochimici alle modificazioni della luce.

Le cellule della retina sensibili alla luce si chiamano coni e bastoncelli https://www.iapb.it/wp-content/uploads/2010/04/Fotorecettori-colorati-schema_cellule.jpg esse contengono speciali sostanze colorate che si decompongono appena raggiunte dalla luce. Queste trasformazioni chimiche generano degli impulsi elettrici.

Bastoncelli e coni hanno funzioni differenti: i bastoncelli sono sensibili alle luci deboli e permettono di vedere anche con il crepuscolo la luce notturna in bianco e nero; i coni hanno invece bisogno di una luce più intensa come quella di urna e sono specializzati nella percezione dei colori cioè delle differenti radiazioni luminose.

Gli impulsi elettrici prodotti passano da delle cellule nervose poste dietro la retina; da qui giungono tramite il nervo ottico al talamo e poi alla corteccia cerebrale visiva. https://www.gastroepato.it/anatomia-corteccia-meccanismo-visione.jpg  Nella corteccia visiva vi sono cellule che rispondono ai contrasti di luce altre cellule che reagiscono alle linee orizzontali altre ancora quelle verticali e così via. Tutto ciò viene ricomposto in un’immagine.

La definizione di disabilità visiva

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la disabilità visiva in base a due fattori: l’ampiezza del campo visivo e l’acuità visiva o visus. Il campo visivo è definito come “la scena visibile dal soggetto con uno o con entrambi gli occhi, quando egli fissa un punto davanti a sé, a grande distanza, nel piano orizzontale”. Nel soggetto normovedente il campo visivo copre un’ampiezza di circa 120° sul piano verticale e di circa 180° sul piano orizzontale. Il Visus invece si configura come “la capacità di distinguere ad una distanza data determinate forme oppure di discriminare due punti vicini tra loro“.

 

La disabilità visiva può presentarsi per cause:

  • Congenite – presenti fin dalla nascita, come nel caso di forme genetiche e quindi ereditarie
  • Acquisite – determinate da condizioni che fanno la loro comparsa nel corso della vita, in modo traumatico oppure progressivo

Le disabilità visive si possono distinguere in ipovedente e non vedente

Per IPOVEDENTE si intende una condizione di deficit dell’acuità visiva, la quale viene determinata da lesioni anatomo-funzionali nei confronti dell’apparato visivo. Inoltre può esserci una ridotta percezione del campo visivo. Si può osservare un deficit isolato di acuità visiva o del campo visivo, ma possono essere anche presenti entrambe come alterazioni. La sua patologia può essere più o meno grave, così come può essere cronica ed irreversibile o solo temporanea. Esistono diversi gradi di ipovisione e, in base alla gravità, può avere un peso differente sulla quotidianità di una persona: come è facilmente comprensibile, la vista è fondamentale per l’interazione con il mondo circostante, in quanto funge da guida durante lo svolgimento di azioni e nell’esplorazione dell’ambiente.

La Legge 138 del 3 aprile 2001 in merito alla “Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici” ha classificato l’ipovisione nei seguenti gradi di severità:

  • Ipovisione grave – residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con la presenza di un’eventuale correzione, oppure residuo perimetrico binoculare inferiore al 30%.
  • Ipovisione medio-grave – residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con la presenza di un’eventuale correzione, oppure un residuo perimetrico binoculare inferiore al 50%.
  • Ipovisione lieve – residuo visivo non superiore ai 3/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con la presenza di un’eventuale correzione, oppure un residuo perimetrico binoculare inferiore al 60%.

Occorre ricordare che un determinato grado di ipovisione risulta essere assolutamente fisiologico negli anziani, poiché è determinato dalla degenerazione delle strutture legata all’avanzare dell’età.

L’ipovisione viene inoltre classificata in due ulteriori tipologie, a seconda della patologia a monte: ipovisione centrale e ipovisione periferica.

L’ipovisione centrale è causata da problematiche che riguardano la macula e la lesione colpisce prevalentemente l’acuità visiva, provocando difficoltà in attività che richiedono una risoluzione fine dei dettagli (es. lettura).

https://www.centrodeoculis.it/wp-content/uploads/2020/04/Come-vede-con-maculopatia-300x240.jpg

L’ipovisione periferica invece si ha quando vi è la compromissione della retina ed il paziente che ne soffre ha problematiche visive nella parte più laterale. Vi è quindi un’alterazione del campo visivo che determina ricadute sulle attività di orientamento e mobilità del soggetto.

https://www.centrodeoculis.it/wp-content/uploads/2020/04/Come-vede-con-glaucoma-300x210.jpg

Per definire un NON-VEDENTE si fa riferimento alla Legge 138 del 3 aprile 2001, anche in questo caso, ha individuato i criteri per stabilire la presenza di un quadro di cecità, differenziando in:

  • Cecità totale – totale mancanza della vista in entrambi gli occhi o la sola percezione dell’ombra e della luce o del moto della mano in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, oppure residuo perimetrico binoculare inferiore al 3%
  • Cecità parziale – residuo visivo inferiore a 1/20 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con la presenza di un’eventuale correzione, oppure residuo perimetrico binoculare inferiore al 10%

Quindi, in generale, si inizia ad individuare una condizione di cecità quando il residuo visivo non supera 1/20 o c’è una percezione del campo visivo binoculare inferiore al 10%.

Le cause principali che portano alla condizione di cecità sono la cataratta ed il glaucoma. L’OMS stima che nel mondo vi siano 200 persone non vedenti ogni 100.000 abitanti; si parla di stima in quanto per alcune nazioni del terzo mondo non è purtroppo possibile reperire dati statistici attendibili.

https://www.centrovista.it/wp-content/uploads/2019/07/cataratta-prima-e-dopo.png

https://sicamweb.it/wp-content/uploads/2018/12/eye-691269-1280x640.jpg

In Italia secondo l’ultimo dato ISTAT le persone che si trovano nella condizione assoluta di non vedenti sono lo 0,3% della popolazione.

IL CONTRIBUTO DELLE NUOVE TECNOLOGIE

Per la scrittura al computer la persona non vedente scrive usando la tastiera. Esistono in effetti software per l’apprendimento della scrittura senza bisogno di guardare i tasti come il software “10dita” che esercita all’uso della tastiera utilizzando le dieci dita.

Gli ipovedenti usano invece tastiere adattate con caratteri più grandi.

 Oltre al software “10dita” degno di nota è anche “CO.BRA”, un software di autoapprendimento del sistema Braille.

Vi sono TERMINALI IN BRAILLE che funzionano su computer, consentendo nello stesso tempo una scrittura alfabetica su video per i vedenti e una in Braille sul terminale per i non vedenti. Tali computer vengono collegati sia ad una stampante tradizionale, sia in scrittura Braille per il cieco. Hanno una funzione importante nell’ambito di un gruppo di apprendimento, come può essere quello della classe o un piccolo gruppo all’interno della stessa classe, in quanto consentono di lavorare su un medesimo materiale

Lo SCREEN READER è un software indispensabile a ciechi e ipovedenti gravi per utilizzare il computer. Esso trasferisce i dati che compaiono nel video ad una periferica. Inoltre ad esso è associata una sintesi vocale il cui uso è facoltativo. Tali dispositivi sono utilizzabili esclusivamente con il sistema operativo Windows.

https://www.levelaccess.com/wp-content/uploads/2018/05/mobile-screen-reader.png

Il SISTEMA VIDEOINGRANDENTE è un software che consente agli ipovedenti di ingrandire i caratteri sullo schermo del computer e di variare i contrasti cromatici secondo le necessità.

https://www.otticafava.it/wp-content/uploads/2018/07/ausili-visivi-video-ingranditore-roma-ipovisione-600x398.jpg

Il VIDEOINGRANDITORE è un ausilio dotato di telecamera e di video che ingrandisce qualsiasi supporto cartaceo secondo le necessità del singolo utilizzatore ipovedente. E’ dotato anche della possibilità di invertire i colori bianco-nero. Ne esistono anche versioni portatili

http://www.ausilivisivi.it/media/catalog/product/cache/1/image/9df78eab33525d08d6e5fb8d27136e95/v/i/videoingranditoredatavolovolo22.jpg

Il SINTETIZZATORE DI VOCE, che, collegato al computer, consente la presentazione a voce o in sistema Braille di ciò che è scritto sul video. Con tale strumento il non vedente può accedere direttamente alle informazioni di cui ha bisogno senza intermediari

https://www.mondoausili.it/788-home_default/hal-sintetizzatore-vocale.jpg

La DATTILOBRAILLE, una macchina da scrivere con un limitato numero di tasti, a cui corrisponde la scrittura Braille. E’ un apparecchio abbastanza rumoroso e che non consente la correzione di eventuali errori.

https://www.ciechiescuola.it/images/ausili/dattilobraille_1.jpg

Il SISTEMA MOON, ideato da William Moon in Gran Bretagna nel 1845. E’utilizzato dalle persone che oltre ad avere una forma di disabilità visiva hanno anche ulteriori difficoltà, come DSA o una debole percezione tattile. Si basa sulla rappresentazione in rilievo delle lettere del codice alfabetico, ma notevolmente semplificate rispetto al normale: il Moon consta di 9 segni base formati da segmenti retti o curvi. Ruotando o rendendo speculari questi segni si dà luogo a tutte le lettere dell’alfabeto.

Il GUIDAMANO ha lo scopo di far acquisire al non vedente la capacità di tracciare la propria firma. E’ una tavoletta con incavate una serie di sottili scanalature che, sentite tattilmente, permettono di guidare la mano che sta tracciando la parola nella direzione corretta.

https://lh3.googleusercontent.com/proxy/jmUF2jiKGUe1JkPUG8H_4Nolp53VaUTQMnU6yY5Pt338u-GOZBdgtKWNOXAcK158TqwjAsja29nWaIgVXi6aYe3hWl7h52JsQgdregxZulGAygg

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