La presa di coscienza della missione storica del proletariato, destinato a costruire la società senza classi dove l’essere umano può realizzarsi, è possibile grazie alla guida del Partito Comunista che è l’organizzazione espressione della classe lavoratrice. Il processo di trasformazione dalla società capitalistica a quella socialista non può essere pacifico, perché il capitalismo non può essere riformato in quanto le sue leggi, e non la bontà o cattiveria degli uomini, ne determinano la sua natura ingiusta. Ovviamente i capitalisti non staranno a guardare e si organizzeranno in movimento cotro-rivoluzionario, questo è il motivo per cui il primo passo sarà l’occupazione delle istituzioni statali e non la loro soppressione. Questa fase è denominata dittatura temporanea del proletariato, la quale non esclude la coercizione come strumento essa risulta funzionale alla liberazione dell’uomo e sarà abbandonata una volta che si sarà formato l'uomo nuovo.
Una volta superata la fase di transizione lo Stato stesso non sarà più necessario. La società comunista è finalmente la società in cui, abolita la proprietà privata dei mezzi di produzione, finita la lotta di classe, restituita piena dignità al lavoro, dove ciascuno dà secondo le proprie capacità e riceve secondo i propri bisogni, in armonia e giustizia.
Abbiamo già visto sopra che il primo passo nella rivoluzione dei lavoratori è l'elevazione del proletariato a classe dominante, la conquista della democrazia.
Il proletariato userà il suo potere politico per strappare progressivamente alla borghesia tutti i suoi capitali, per centralizzare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato, dunque del proletariato organizzato in classe dominante, e per moltiplicare il più rapidamente possibile la massa delle forze produttive.
In un primo momento ciò può accadere solo per mezzo di interventi dispotici sul diritto di proprietà e sui rapporti di produzione borghesi, insomma attraverso misure che appaiono economicamente insufficienti e inconsistenti, ma che nel corso del movimento si spingono oltre i propri limiti e sono inevitabili strumenti di trasformazione dell'intero modo di produzione.
Queste misure saranno naturalmente differenti da paese a paese.
Per i paesi più sviluppati potranno comunque essere molto generalmente prese le misure seguenti:
1)Espropriazione della proprietà fondiaria e impiego della proprietà fondiaria per le spese dello Stato.
2)Forte imposta progressiva.
3)Abolizione del diritto di successione.
4)Confisca della proprietà di tutti gli emigrati e ribelli.
5) Centralizzazione del credito nelle mani dello Stato attraverso una banca nazionale dotata di capitale di Stato e monopolio assoluto.
6) Centralizzazione di ogni mezzo di trasporto nelle mani dello Stato.
7)Moltiplicazione delle fabbriche nazionali, degli strumenti di produzione, dissodamento e miglioramento dei terreni secondo un piano sociale.
8)Uguale obbligo di lavoro per tutti, costituzione di eserciti industriali, specialmente per l'agricoltura.
9) Unificazione dell'esercizio dell'agricoltura e dell'industria, misure volte ad abolire gradualmente la contrapposizione26 di città e campagna.
10)Educazione pubblica e gratuita di tutti i bambini. Abolizione del lavoro dei bambini nelle fabbriche nella sua forma attuale. Fusione di educazione e produzione materiale, ecc., ecc.
Una volta sparite, nel corso di questa evoluzione, le differenze di classe, e una volta concentrata tutta la produzione nelle mani degli individui associati, il potere pubblico perderà il suo carattere politico. Il potere pubblico in senso proprio è il potere organizzato di una classe per soggiogarne un'altra. Quando il proletariato inevitabilmente si unifica nella lotta contro la borghesia, erigendosi a classe egemone in seguito a una rivoluzione, e abolendo con la violenza, in quanto classe egemone, i vecchi rapporti di produzione, insieme a quei rapporti di produzione esso abolisce anche le condizioni di esistenza della contrapposizione di classe, delle classi in genere, e così anche il suo proprio dominio in quanto classe.
Al posto della vecchia società borghese con le sue classi e le sue contrapposizioni di classe, subentra un'associazione in cui il libero sviluppo di ciascuno è condizione del libero sviluppo di tutti. (Marx, Egesls, Il manifesto del partito comunista)