http://hoc12.elet.polimi.it/meusWA/media/prj1823/project/media_files/pre39166/pim172972.jpg.rex.jpg La così detta rivoluzione scientifica è in realtà frutto di un complesso di fattori, non è un fulmine a ciel sereno. In parte essa è figlia del Rinascimento e in parte della fisica nova del '300 (che si colloca nel tardo medioevo). Concorrono fattori sociali, evoluzioni filosofiche, credenze metafisiche e al contempo fortuiti accidenti. Il passagio dal medieovo all'età moderna è stato giustamente descritto da Paolo Rossi come l'epoca dei maghi: le credenze metafisiche sono state molto più determinati di quanto di solito si pensi. I paradigmi cambiano, ma non solo in virtù di un gretto sperimentalismo, ma anche perchè i due grandi paradigmi del mondo classico (quello Platonico-Pitagorico e quello Aristotelico-naturalisticohttps://cdn.skuola.net/news_foto/2016/aristotele.jpg ) si scontrano su un terreno nuovo e inesplorato, ognono a suo modo superando se stesso. In questa dorsale delle idee l'astronomia ha un posto privilegiato, diviene il terreno su cui si misurano le teorie e come tale la testa di ponte della rivoluzione scientifica. L'astronomia a cavallo tra sedicesimo e disciassettesimo secolo è la vera "guerra fredda" (nemmeno troppo fredda) tra i paradigmi scientifici, dove ancora domina il celebre aforisma di Bernardo di Chartres siamo come nani sulle spalle di giganti, ognuno sulle spalle del proprio gigante proverà a disarcionare il suo avversario.