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Il sito è a cura del prof. Bernardo Croci, attualmente insegnante di filosofia presso il Liceo delle Scienze Umane Galilei di Firenze.

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 La creazione del mondo

Sempre nella Somma teologica, Tommaso sostiene, riprendendolo dai neoplatonici, che la natura del bene sia di effondere sé stesso. Siccome Dio è il Sommo Bene allora il mondo è stato creato da Dio per effondere il suo bene. La creazione del mondo da parte di Dio è inoltre un atto volontario. Per spiegare come Dio ha creato il mondo, Tommaso riprende la concezione delle idee; Dio ha creato il mondo seguendo un piano che era presente nella Sua mente fin dal principiohttps://www.fisicaquantistica.it/wordpress/wp-content/uploads/2016/05/connessione-cervello-con-il-Tutto.jpg: questo piano viene chiamato da Tommaso “Idea eterna della creazione” o Idea exemplaris. Da qui si deduce che nella mente di Dio esistono i prototipi degli esseri creati. Il fine della creazione è quello di riprodurre, in diverso modo e grado, la bontà e la perfezione divina. Le creature, infatti, tendono a farsi simili a Dio. Sono impegnate a sviluppare le proprie potenzialità e a realizzare il proprio desiderio di felicità, che per l’uomo si compirà solo nella visione beatifica di Dio.

Il male

Il mondo è creato come emanazione della bontà divina. Questo entra in conflitto con l’esistenza del male. Tommaso riprende da Agostino l’idea che il male non sia un principio esistente in sé accanto al bene ma sia solo una mancanza di bene.

La perfezione dell’universo […] esige che nelle cose ci siano delle disuguaglianze, affinché si attuino tutte le gradazioni della bontà. […] Ora come la perfezione dell’universo richiede che ci siano non soltanto degli esseri incorruttibili, ma anche quelli corruttibili, così questa stessa perfezione richiede che ci siano cose che possono subire deficienze nel bene […]. Ora in questo appunto consiste l’essenza del male, cioè nel fatto che una cosa subisce una deficienza di bene. (Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I, q. 48, art. 2)

Tommaso distingue due tipi di mancanza di bene:

  1. una mancanza per negazione: quando manca un bene che per natura non è dovuto. In questo caso l’essere non subisce alcun danno. (esempio, all’uomo manca la capacità di volare https://aforismi.meglio.it/img/frasi/ali.jpg, ma ciò non è dovuto alla natura dell’uomo);
  2. mancanza per privazione: quando manca una caratteristica che sarebbe dovuta (esempio, quando manca la vista nell’occhio https://www.bigodino.it/wp-content/uploads/2016/12/occhiali-900x596.jpg). Dà origine al male fisico ed è dovuto alla natura corruttibile degli esseri corporei.

Il male in senso proprio si ha quando c’è una mancanza per privazione. Ma tutte le privazioni riguardano un soggetto che è buono, in quanto creato da Dio che è il Sommo Bene. Di conseguenza, il soggetto del male è il bene.

Nel momento in cui viene a mancare la corrispondenza a proprio fine (quindi nel momento in cui non ci si comporta in modo tale da perseguire il proprio fine) si dà origine al male morale o peccato https://media.famigliacristiana.it/2017/10/adamo-ed-eva_2271484.jpg . Esso nasce per libera scelta dell’uomo.

La morte, che è il peggiore dei mali fisici, è la punizione inflitta all’uomo per il suo peccato.

L’anima e la conoscenza

Tommaso definisce l’anima aristotelicamente, ossia come la forma del corpo. Tuttavia, ritiene che ogni corpo abbia una propria anima, la quale sopravvive alla morte del corpohttps://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSRZgaxEACPTmc31QBX1J6gFfvhZcgDgy-k1Gu8OVufQ1xS1rg. L’anima possiede alcune facoltà proprie (che sopravvivono alla dissoluzione del corpo) e altre che si trovano nel composto di anima e corpo e che quindi non sopravvivono alla morte del corpo. Queste ultime sono la funzione vegetativa, sensitiva, appetitiva, di locomozione e intellettuale.

Sempre nella Somma di teologia Tommaso affronta il problema della conoscenza umana. La conoscenza ha origine dai sensi https://thumbs.dreamstime.com/t/insieme-dell-icona-dei-cinque-sensi-umani-linea-semplice-e-minima-illustrazione-delle-icone-102151660.jpg: ciò che si coglie tramite i cinque sensi viene rielaborato dai sensi interni in modo da creare un’immagine (fantasma) corrispondente all’oggetto esternohttps://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRlV8rP9mwKIZNsEwFrScolJpe4VMSG294BEmF072_Q4mSaxAheJQ. Questa immagine è priva di alcune caratteristiche individuali ma è sempre una rappresentazione sensibile. Per passare dalla conoscenza sensibile a quella intelligibile (quindi per passare da rappresentazione sensibile a concetto) è necessario l’intervento dell’intelletto agente che opera un’astrazione nei confronti della rappresentazione sensibile. Tommaso sostiene che quello umano è un intelletto possibile o potenziale, che solo in virtù di Dio diventa intelletto agens https://www.piuchepuoi.it/assets/uploads/2013/08/metamedic.jpg e che ciò che lo differenzia da esso è che mentre Dio coglie con un unico atto la realtà, l’uomo la coglie con una molteplicità di atti. Tommaso indentifica l’intelletto agente non con una sostanza separata ma come una capacità intrinseca alla natura umana; in tal modo ogni uomo ha il suo intelletto agente e questo permette anche di sostenere che ogni corpo abbia una sua anima. L’intelletto agente permette di astrarre le specie intelligibili dalla rappresentazione sensibile. A questo punto la specie intelligibile si imprime nell’intelletto possibile che è la vera facoltà con cui pensiamo. La differenza tra conoscenza sensibile e conoscenza intelligibile sta nel fatto che i sensi conoscono un oggetto specifico e singolare; l’intelletto conosce l’essenza dell’oggetto che è astratta e universale. Ciò permette a Tommaso di rifiutare l’idea averroista di un’anima esclusivamente legata al corpo e che muore con esso, l’anima dell’uomo infatti non è pura forma, ma ha un suo essere proprio, lo stesso essere che gli permette di conoscere tutti i corpi siano essi materiali siano essi concettuali e quindi immateriali. https://slideplayer.it/slide/2933757/10/images/13/Tommaso+d%E2%80%99Aquino%3A+la+conoscenza+intellettiva.jpg

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