Jerome Bruner, noto per i suoi contributi nell'ambito della psicologia cognitiva e dell'educazione, è nato il 1 ottobre 1915 a New York, Bruner ha avuto un impatto significativo sulla teoria dell'apprendimento e sulle teorie dello sviluppo.
Laureato in psicologia presso l'Università Duke nel 1937 ha successivamente completato il dottorato di ricerca in psicologia sociale presso l'Università di Harvard nel 1941. Durante la Seconda Guerra Mondiale, ha servito nell'esercito degli Stati Uniti come psicologo militare.
Dopo la guerra, Bruner ha iniziato la sua carriera accademica. Ha insegnato presso diverse università, tra cui Harvard, Oxford e il New School for Social Research. È stato anche uno dei fondatori del Center for Cognitive Studies presso l'Università di Harvard.
Bruner ha ricevuto numerosi riconoscimenti durante la sua carriera, tra cui il Premio Grawemeyer per l'educazione nel 1987 e la Medaglia Presidenziale della Libertà nel 1991. Bruner è morto il 5 giugno 2016.
Alla base del pensiero di Bruner vi sono alcune idee fondamentali, che possiamo sintetizzare come segue
Qualsiasi processo mentale, incluso il linguaggio, ha un’origine sociale e che la cognizione sia influenzata dalla cultura e dall'esperienza |
Importanza dell'interazione dell'adulto con il bambino per l’acquisizione del linguaggio |
L'importanza dell'interpretazione dei modi in cui la società e la cultura influenzano lo sviluppo |
Durante la sua lunga attività si è occupato da prima della percezione, dando origine al movimento della New Look of Perception successivamente si è concentrato sullo sviluppo del pensiero nel bambino ed infine ha dedicato ampio spazio agli studi sul linguaggio.
Per quanto riguarda la percezione Bruner e i suo collaboratori scoprirono la grande importanza dei fattori soggettivi della percezione trascurati fino a quel momento dagli psicologi
La percezione della realtà non è soltanto un processo fisiologico, ma assume un significato in funzione alla personalità del soggetto. La persona è dotata di strutture mentali innate che non sono statiche, ma dinamiche dato che sono influenzate da: fattori interni e fattori esterni: come le motivazioni, le emozioni, le aspettative e i contesti culturali. La percezione è dunque soggettiva, frutto di una personale categorizzazione della realtà in cui vive il soggetto, in quanto legata alla mia cultura e alle mie esperienze.
la percezione non è solo un processo di registrazione passiva delle informazioni sensoriali, ma è influenzata da fattori cognitivi e interpretativi |
Le proprie condizioni sociali possono modulare la percezione, facendo sì che certi stimoli siano percepiti in modo più saliente o distorto, un esempio è dato dagli esperimenti fatti da Bruner nel 1947
In questo esperimento venivano mostrati a due gruppi di bambini, rispettivamente provenienti da un ceto sociale elevato e l’altro da un ceto sociale meno abbiente, un insieme di monete e un insieme di dischi di cartone aventi le stesse dimensioni delle monete: I bambini poveri percepivano come più grande una moneta rispetto ad un disco di carta di pari dimensioni, perché la loro condizione economica difficoltosa li portava a sopravvalutare stimoli in contrasto con essa (moneta) rispetto a quelli neutri (disco).
Nella seconda parte dei suoi studi Bruner si concentrò sull’individuare l’elemento fondamentale per la codifica e l’elaborazione dell’informazione ovvero la rappresentazione intesa come capacità di riprodurre nella mente le esperienze avute tramite l’azione e la percezione. La rappresentazione per Bruner si avvale di tre sistemi rappresentativi: la rappresentazione esecutiva, la rappresentazione iconica, la rappresentazione simbolica. La prima, che è la prima che viene acquisita, ci consente di elaborare le azioni concrete e le attività pratiche realmente svolte (es. un bambino sa eseguire l’andare a piedi a casa della zia). La seconda, che compare nel primo anno di età, permette di immaginare le cose indipendentemente dalle azioni svolte (es. un bambino sa disegnare il percorso che deve svolgere se vuole andare nella casa della zia). La terza, l’ultima che viene acquisita, permette la rappresentazione di cose e azioni attraverso un sistema simbolico, in particolar modo il linguaggio verbale.
la rappresentazione esecutiva = ci consente di elaborare le azioni concrete e le attività pratiche |
la rappresentazione iconica = permette di immaginare le cose indipendentemente dalle azioni svolte |
la rappresentazione simbolica = permette la rappresentazione di cose e azioni attraverso un sistema simbolico, in particolar modo il linguaggio verbale |
Le tre rappresentazioni cooperano per tutta la vita |
Le tre rappresentazioni cooperano per tutta la vita, se pur con una diversa importanza a seconda della fase di sviluppo. Bruner si dedica in modo specifico ad analizzare come avviene l’apprendimento dei codici simbolici e dei concetti (cioè i nomi che indica un insieme di elementi che possiedono le medesimi proprietà). https://pianetabambini.it/wp-content/uploads/2018/12/Esercizi-Insiemi-4.png
Secondo Bruner, come per cognitivisti, vi è un processo di categorizzazione che permette la formazione e precisazione dei soggetti. Le categorie vengono dedotte dall’ambiente, ma non sono rigide, esse possono essere applicate direttamente nei processi percettivi, ma possono essere utilizzate anche nei processi inferenziali e di previsione degli avvenimenti. Le categorie permettono di costruire concetti capaci di organizzare in modo gerarchico la realtà: dal generale al particolare (es. dal concetto di essere a quello di particolare gruppo di esseri come “i cani”) ma anche dal particolare al generale (es preso atto che sia i cani e i gatti si trovano nelle case, si costruisce la categoria di “animale domestico”). https://slideplayer.it/slide/2847088/10/images/26/Intersezione+Se+consideriamo+l%E2%80%99insieme+C+formato+da+tutti+i+mammiferi+che+vivono+nell%E2%80%99acqua%2C+diremo+che+C+%C3%A8+l%E2%80%99intersezione+degli+insiemi+A+e+B..jpg
La teoria classica dei concetti trova le sue origini nella filosofia greca |
I concetti raggruppano oggetti ed eventi dell'eperienza in base a qualità e a relazioni |
Le categorie concettuali sono utilizzate grazie a dei prototipi che ci permettono di costruire degli schemi che rendono legittima la nostra opera di concettualizzazione |
Schema o prototipo di cane https://punto-croce.it/schemi/cane-marrone-1276a.jpg
Da queste considerazioni Bruner propone che la scuola dedichi maggior attenzione all’apprendimento delle strutture concettuali che permettono di ordinare e organizzare il sapere. Le informazioni non possono essere realmente acquisite se si fa leva solo sulla memoria, ma devono acquisire senso in quanto parte di strutture ove contano le relazioni tra i diversi elementi (es. se non si acquisisce la valenza strutturale del concetto di “territorio” lo studio di una qualunque località o ambiente risulta essere solo un esercizio memonico).
Bruner ha poi condotto importanti studi sullo sviluppo del linguaggio, in particolare ha esaminato come, mediante l’interazione con gli adulti, il bambino impara ad usare il linguaggio. Il linguaggio è appreso dal bambino/a grazie all’interazione con la madre, la quale permette al bambino/a di progredire fornendogli il sostegno necessario.
Bruner ritiene che il modo in cui coloro che si prendono cura del bambino strutturano le proprie interazioni con lui, lo possa aiutare nell'acquisizione del linguaggio (format di “attenzione condivisa” e di “azione condivisa”). Grazie alla regolarità con cui avvengono questi scambi e con cui vengono usate alcune forme linguistiche al loro interno, il bambino impara sia ad interpretare le azioni e le espressioni del genitore (inizialmente la madre) a partire dal significato che esse hanno nella sequenza, sia a produrre esso stesso tali azioni ed espressioni, passando dall’uso di segnali non convenzionali all’uso di parole e gesti comunicativi.
Questo sostegno è definito da Bruner L.A.S.S.
L.A.S.S. Sistema di Supporto per l’Acquisizione del Linguaggio (Language Acquisition Support System) |
Le impalcature fornite dall’adulto servono a compensare il dislivello fra le abilità richieste del compito e le ancora limitate capacità del bambino, consentendo a quest’ultimo di realizzare completamente l’attività e facendolo al tempo stesso progredire verso livelli più avanzati di partecipazione.
Ad esempio da prima l’adulto insegnerà a nominare gli oggetti, più tardi ad imparare a chiedere gli oggetti e così via
Infine Bruner ha analizzato quello che egli stesso ha definito pensiero narrativo. La narrazione è il primo dispositivo interpretativo e conoscitivo di cui l’uomo, in quanto soggetto socio- culturalmente situato- fa uso nella sua esperienza di vita. Attraverso la narrazione l’uomo conferisce senso e significato al proprio esperire e delinea coordinate interpretative e prefigurative di eventi, azioni, situazioni e su queste basi costruisce forme di conoscenza che lo orientano nel suo agire.
La narrazione richiede 4 componenti fondamentali:
AGENTIVITÀ | SEQUENZIALITÀ | SENSIBILITÀ | PROSPETTIVA |
il riconoscimento della responsabilità umana nelle azioni orientate al perseguimento di uno scopo | che ordina e collega gli eventi di una vicenda | all'alternanza tra il canonico e lo straordinario della vicenda umana | che determina il punto di vista adottato dal narratore |
L'ipotesi di Bruner già è che il bambino avverta la necessità di riordinare i propri vissuti secondo questa impostazione la quale, operanti a livello di discorso Oriente in modo forte l'acquisizione delle forme grammaticali.
È nel corso di interazioni sociali e comunicative organizzate in termini di routine (format) dall'adulto che, secondo Bruner, si gettano le basi per lo sviluppo del pensiero narrativo, una forma di narrazione mentale di eventi, riguardanti l’azione e l’intenzionalità umane, il cui prodotto è la narrazione.